Fontana di Monteoliveto imbrattata nuovamente dai vandali
Bottiglie e lattine abbandonate nella Fontana di Monteoliveto a Napoli; sdegno fra le associazioni culturali, più volte impegnate nel recupero ambientale
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É una delle fontane più belle di Napoli, si trova nella piazzetta di Trinità Maggiore e i lavori per realizzarla durarono cinque anni, dal 1668 al 1675.
Fu commissionata dal re Carlo II ai marmorari Bartolomeo Mori e Pietro Sanbarberio, con la supervisione dell’ingegnere Donato Cafaro, e al centro presenta appunto una bellissima statua del re, opera di Maiorino e D’Auria. Per questi motivi è detta anche “Fontana del Re Piccolo” o “Fontana di Monteoliveto”.
Purtroppo, c’è parte del popolo napoletano che non la ama, ed infatti la povera fontana è una di quelle più oltraggiate in tutta la città.
Già recuperata da condizioni di grave incuria, la fontana era stata oggetto di un vergognoso atto vandalico che ne aveva tinto le acque prima di rosso e poi di blu. Era il mese di maggio, appena tre mesi fa.
Quel gesto indignò molti, perché quell’atto era solo l’ennesimo di tutta una serie, essendo stato preceduto da altre due deturpazioni, una prima volta ad opera di un idiota munito di vernice spray, la seconda volta da un ignorante con in mano un pennarello.
Gesti che non solo hanno offeso la bella fontana del Re Carlo, ma tutto il patrimonio artistico e culturale napoletano, che è unico in Italia ed è tra i motivi di vanto di una città che trasuda cultura, e che solo grazie ad essa può contrastare l’odioso fenomeno delle offese quotidiane alla città, proclamate a gran voce da chi ancora la giudica lavativa, ignorante e motivo di vergogna per il resto del paese.
L’ultimo vilipendio al monumento si è comunque consumato domenica mattina, dopo l’abituale notte di movida del sabato che porta decine di ragazzi a spendere la loro serata in compagnia di amici nei salotti buoni della città partenopea, fra cui appunto Piazza Trinità Maggiore.
Stavolta la fontana è stata deturpata da scritte e da numerose lattine e bottiglie di vetro che sono state abbandonate dai giovani all’interno della vasca.
Denuncia immediata e dito puntato anche contro i Carabinieri i quali, proprio di fronte al monumento, hanno una delle loro sedi cittadine, e che, secondo le interviste rilasciate da Emilio Borrelli dei Verdi e Gianni Simioli della “Radiazza” alla stampa locale, non sarebbero intervenuti.
Vanificati quindi i lavori di pulizia dell’associazione senza scopo di lucro “Sii turista della tua città“, mentre da alcuni è ripartita la richiesta di recintare la fontana proprio come altri monumenti per difenderla dai devastatori di professione che, purtroppo, infestano il nostro territorio.
Da parte nostra sarebbe troppo facile liquidare la questione facendo soltanto l’eco a chi ha già detto troppe volte che non c’è limite alla stupidità umana, condannando al solito modo questo ennesimo gesto di inciviltà.
Che la madre degli stupidi sia sempre in dolce attesa è senz’altro vero, ma c’è sicuramente anche da dire che il problema non è tanto la stupidità in sé, che per fortuna è ancora curabile, quanto il problema della trasmissione della malattia della stupidità, che ha incubazione molto rapida e si spande peggio della peste bubbonica attraverso l’imitazione.
Chi vuol distinguersi dalla massa, e vuol farlo davvero, invece di seguire gli imbecilli che imbrattano le fontane, lo può fare solo raccogliendo la bottiglia che un amico ha affidato alle acque della fontana e gettarla negli appositi contenitori. In questo modo, può solo aiutare chi ha compiuto quel gesto indegno a cominciare a guarire da questo grave morbo dell’idiozia.
Quando, invece, si ride alla vista di chi abbandona i propri rifiuti in una bella fontana o la imbratta con un pennarello, ritenendo quel gesto degno del migliore dei “guappi“, purtroppo è già tardi, e quello è il primo sintomo di questo morbo fastidioso. Poi basta poco ad ammalarsi del tutto.
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