28 Settembre 2015

Eleonora Danco al Napoli Film Festival 2015 ci racconta il perchè di “N-Capace”

eleonora

La regista Eleonora Danco, alla prima giornata del Napoli Film Festival 2015, ci racconta il perchè del suo film “N-Capace”

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La prima giornata della 17esima edizione del Napoli Film Festival incanta il pubblico presente. Eleonora Danco, in occasione di Parole di Cinema, tenutosi presso il cinema Metropolitan, ha presentato il suo film N-Capace. Tra gli applausi finali dei giovanissimi presenti, la maggior parte dei quali studenti, ma anche appassionati, di cinema, la regista ha colto l’occasione per rispondere alle curiosità dei ragazzi.

Perchè il titolo “N-Capace”?
Inizialmente il film avrebbe dovuto chiamarsi Incapace, poi ci ripensai perché non avrebbe reso a pieno l’idea: incapacità vuol dire qualcosa che limita, se sei incapace lo sei e basta. Decisi quindi di aggiungerci una “N”. Con la “N” il titolo assume significato diverso, ovvero che sei capace e incapace insieme nei confronti della vita. Tutti noi siamo un po’ così.

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La regista Eleonora Danco al NFF 2015

Come nasce il film?
Mia madre è morta una decina di anni fa e io sono andata un anno dopo a riprendere mio padre e la badante perché, quello che mi colpiva, era come queste due persone potevano adattarsi insieme non conoscendosi prima, e improvvisamente trovarsi a vivere un’intimità fortissima, come lo svegliarsi, trovarsi in casa. E in più, c’era questo rapporto con me e il luogo della mia casa, della mia adolescenza. E’ complesso il rapporto che si ha con la famiglia, col passato, perché sembra quasi che c’è un obbligo. Siccome ti hanno fatto nascere, ti hanno messo al mondo, si sono occupati di te, sembra che tu poi abbia quasi un obbligo ad amarli per sempre, o comunque a fisicamente essere presente. Il film nasce proprio da questo mio conflitto personale: ho un rapporto con l’adolescenza di non distacco, me la porto dentro sempre.

All’interno del film, la contrapposizione tra giovani e anziani era voluta?
Non c’era assolutamente nulla di voluto. Ho fatto uscire fuori le cose per quello che erano, non volevo denunciare nulla. Volevo che uscisse fuori soltanto la loro intimità.

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