11 Febbraio 2021

Documentario Britney Spears: il suo inferno ha un nome

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Documentario Britney Spears: l’inferno della celebre popstar ha un nome e cognome. Tante le mobilitazioni in America

DOCUMENTARIO BRITNEY SPEARS- Realizzato da New York Times, il documentario Framing Britney Spears  arriva probabilmente nel momento più opportuno. Si terrà infatti, questa settimana, l’udienza periodica per la tutela legale della celebre popstar americana, difesa a spada tratta dalle star di tutto il mondo e da chi, colpito dal prodotto del NYT, ha provato a tradurre in emozioni il suo inferno.

Il corto ricostruisce la vicenda della sua tutela legale dal 2008, anno in cui il suo patrimonio è stato posto sotto la curatorship del padre. Anche per acquistare uno smalto o un caffè al bar, Britney deve tener conto del padre, custode (e non solo) dei suoi beni che ammontano a circa 60 milioni di dollari.

Dal 2019 Britney Spears chiede più trasparenza e soprattutto di esser liberata dalle “grinfie” del padre, Jamie Spears (da qui l’hashtag #freebritney). In tanti hanno voluto dedicarle un messaggio o un semplice post che potesse mostrarle vicinanza, da Courtney Love a Sarah Jessica Parker a Bette Midler, Chiara Ferragni, Andy Cohen, Sam Smith, Haley Williams.

Come se non bastasse, nella giornata di ieri, Britney ha postato un video sui suoi canali social che sa tanto di messaggio cifrato: si tratta di Toxic, tra le sue hit più amate, girate nel 2017, anno in cui è iniziato l’inferno burocratico della cantante. Poi un messaggio ai suoi followers: «Ogni persona ha la sua storia e la sua opinione sulle storie altrui. Ma non importa quanto crediamo di sapere sulla vita di una persona, non è nulla rispetto a quello che si svolge dietro la telecamera».

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