11 Febbraio 2016

Delfino si arena a Licola: scatta la polemica

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Ritrovata la carcassa di un delfino sulla spiaggia di Licola. Sono in corso le analisi per stabilire le cause della morte del cetaceo. 

[ads1] Il corpo di un delfino è stato ritrovato nella zona che va dal depuratore di Cuma alla foce del lago Fusaro. L’esemplare, ora in analisi all’ Istituto Zooprofilattico di Portici  non riporta ferite ma dovrà essere osservato e sottoposto ad un esame autoptico per stabilire le cause del decesso. Il problema relativo alla morte del delfino si fa risalire a un procedimento di rilevamento biometrico.

La polemica tra ambientalisti e ricercatori sul ritrovamento del delfino ha messo in discussione le modalità delle ricerche sismiche eseguite da una nave oceanografica Cnr nel golfo di Pozzuoli, a quindici chilometri dalla costa. La Minerva Uno, dal 25 gennaio al 10 febbraio, ha eseguito il monitoraggio degli apparati vulcanici sommersi sui fondali dei golfi di Napoli e Pozzuoli.

Il Side Scan Sonar, ha utilizzato  un airgun, ossia una sorta di compressore ad aria. Le associazioni ambientaliste informano che le onde generate da un airgun potrebbero essere rischiose soprattutto per i cetacei.delfino

Una certa indecisione  sulla questione dell’airgun c’è anche da parte di Flegrea Bentivegna, ricercatrice della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli. Queste le sue dichiarazioni:

“L’impiego dell’airgun è causa di  danni anche permanenti alle varie specie ittiche. La maggior parte di animali marini avverte tutte le vibrazioni che avvengono nell’acqua ed è sensibile alle variazioni di pressione. I cetacei hanno l’udito più sviluppato e, quindi, forti esplosioni dovute dalla pressione dell’aria compressa dell’airgun li disorienterebbero o li danneggerebbero fisicamente.”

L’Istituto Iamc-Cnr stigmatizza la questione affermando che  i rilievi svolti a bordo della nave oceanografica Minerva Uno nel golfo di Napoli sono consistiti in registrazioni di profili sismici a riflessione di routine (con sorgenti di bassa energia acustica) che vengono comunemente e quotidianamente svolte in tutti i mari italiani e che non sono state impegnate o attraversate aree marine protette. È pertanto da escludersi qualsiasi impatto sull’ ambiente o sulla fauna marina.

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