23 Dicembre 2016

La corvetta Flora riemerge nel Golfo di Napoli

I reperti della corvetta Flora

corvetta flora

La corvetta Flora, fatta distruggere dai Borboni in fuga da Napoli nel 1799, è riemersa dalle acque del Golfo di Napoli. La nave si trova a quindici metri di profondità e ad essa apparterrebbe la campana dell’Immacolata, ritrovata nelle stesse acque lo scorso 8 dicembre

[ads1]

Riemerge dalle acque del Golfo di Napoli la corvetta Flora, vascello affondato nel 1799 dall’esercito borbonico in fuga.

corvetta flora

La campana ritrovata

La nave apparteneva alla Real Marina Borbonica e fu affondata durante i giorni della Repubblica Napoletana, durante la dominazione di Ferdinando IV.

La corvetta si trova a 15 metri di profondità e, secondo gli archeologi, ad essa appartiene la campana dell’Immacolata, ritrovata nelle stesse acque lo scorso 8 dicembre.

Prima della fusione di una campana c’era l’usanza di fare una preghiera, un’Ave Maria, e questo è un dettaglio simbolico per la data della scoperta di questa campana di fine 700, poiché è stata fatta l’8 dicembre scorso, giorno dell’Immacolata“.

Con queste parole, Marina Vecchi, responsabile del reparto della sezione metalli del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ha accolto oggi il sindaco Luigi de Magistris.

Con lui c’era il sovrintendente alle Belle arti e paesaggio partenopeo, Luciano Garella, per la presentazione del reperto ritrovato a dicembre tra il Molo San Vincenzo e quello Angioino, nelle acque del capoluogo campano.

Il tema del porto e la sua sfida è restituire memoria alla città”, ha dichiarato il presidente dell’Autorità portuale di Napoli, Pietro Spirito.

Il porto deve essere preservazione della memoria e costruzione del futuro. Il ritrovamento della corvetta Flora, della campana, dei cannoni, ci ricordala fuga di Ferdinando IV e l’imminente arrivo della rivoluzione del 1799, fatti importanti della città“.

Soddisfatto anche il sovrintendente Garella: “A Napoli è iniziato un nuovo tracciato, un nuovo percorso di collaborazione istituzionale

Questa è una bella città“, conclude, “Una città di grande storia che aveva dimenticato il suo ruolo di capitale culturale del Paese e adesso è arrivato il momento di ripristinare questo percorso virtuoso“.

[ads2]