Canzone di Fortuna: sensibilità o orrore?
Giancarlo Tommasone, in arte Hello sPunk e la sua Canzone di Fortuna: sensibilità oppure orrore? Questo è il dilemma…
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Hello sPunk è il nome di un cantante punk partenopeo che, per presentare “Radical shit”, il suo disco d’esordio, ha scritto una canzone, ”Canzone di Fortuna”, sulla piccola Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni del Parco Verde di Caivano uccisa nel giugno 2014. La canzone, da poche ore sul web, ma già ampiamente criticata, è stata definita dallo stesso autore una” filastrocca dark”, difficile da comporre emotivamente, scritta con lo scopo di far emergere le tante verità del caso della piccola Fortuna ancora sottaciute.
Questo video, però, fa male. Fa male agli occhi e al cuore.
Fa male il ritmo: forte, ripetitivo, minaccioso, fa male la figura della bimba seduta a giocare, fanno male quei palloncini colorati, quella bambola bionda, quella scarpetta troppo nominata. Anche gli occhi del cantante riportano a quell’inquietudine morale che attanaglia ogni uomo una volta venuto a conoscenza di una storia del genere. Fanno male le ultime scene, flash, rapide, ma di una crudezza spaventosa, fa male quel corpo di bambola, di bambina senza vita.
Perché musicare una storia del genere? Perché cantarla?
Sia lo scopo informativo che di sensibilizzazione sulle numerose verità nascoste di questo caso non convincono. Questa è stata ed è una vicenda ampiamente trattata e discussa, complessa e sconvolgente, che non ha bisogno di un sottofondo musicale per essere compresa ed interiorizzata nella sua più totale brutalità. Ci sono modi e modi di raccontare, di informare, di sensibilizzare il mondo su una “realtà” di questo tipo, modi, forse, più silenziosi: non per il tono, poiché la violenza dovrebbe essere sempre urlata e denunciata tanto che è vergognosa, ma per il modo di far avvicinare ed avvicinarsi al dolore.
Mariaelena Di Crescienzo
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