26 Maggio 2015

Ospedale di Caserta: disposto sequestro di beni per 10 milioni alla camorra

Ospedale

La DIA ha sequestrato beni per 10 milioni dopo aver accertato infiltrazioni della camorra nella gestione degli appalti nell’ospedale di Caserta

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La DIA di Napoli ha disposto un sequestro di beni, per un valore complessivo di 10 milioni di euro, nei confronti di Raffaele Donciglio, imprenditore edile, Antonio Magliulo, ex consigliere provinciale di Caserta del Pdl, ed Elvira Zagaria, sorella del boss Michele Zagaria. I tre destinatari del provvedimento, vicini al clan dei casalesi, sono stati coinvolti nell’indagine sulla gestione degli appalti nell’Ospedale di Caserta “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta, da anni al centro delle indagini per presunte infiltrazioni camorristiche, di cui oggi si riesce finalmente ad avere contezza.

Le indagini  hanno permesso di ricostruire la rete di prestanome cui erano intestati terreni, fabbricati, quote societarie e conti correnti dei tre indagati. La sezione misure cautelari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso per Donciglio, un sequestro beni per un terreno, un immobile, quote della Dierre costruzioni Sas, 19 tra conti correnti e programmi assicurativi, 21 buoni fruttiferi; per Elvira Zagaria, 12 tra conti correnti e polizze assicurative, due auto e un terreno; per Magliulo, due immobili e 21 conti correnti e rapporti finanziari.
Il sequestro rappresenta il punto d’arrivo di un’indagine che va avanti già da diversi mesi: il 21 gennaio scorso, infatti, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva emanato un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 indagati e disposto gli arresti domiciliari per altre 14 persone. I capi d’accusa erano diversi: associazione per delinquere di stampo mafioso, corruzione, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, abuso d’ufficio con l’aggravante del metodo mafioso.

Già da diverso tempo l’ospedale di Caserta rappresentava una ghiotta occasione di guadagno per la camorra locale. La famiglia camorristica dei Zagaria controllava le procedure di appalti e affidamenti diretti dei lavori nella struttura. La gestione capillare di questo sistema era nelle mani di Elvira Zagaria, cui, dopo la morte del marito e l’arresto del fratello Michele, erano stati affidati gli affari del clan.

Non accenna a concludersi dunque il calvario dell’ospedale “S. Anna e S. Sebastiano”, che da anni è sotto la lente degli inquirenti che analizzavano il complesso sistema politico-mafioso-imprenditoriale operante nella struttura casertana. Nel novembre 2013 fu disposto l’arresto dell’allora direttore generale Francesco Bottino, per gli appalti concessi ad un imprenditore colluso con il Clan Belforte di Marcianise. A Bottino subentrò, nel gennaio 2014 il commissario Paolo Sarnelli, nominato dalla Regione. Sei mesi dopo fu nominato direttore generale Luigi Muto.
Il 21 aprile scorso il Governo decise per lo scioglimento dell’azienda ospedaliera. Si è trattato di un caso del tutto eccezionale, il primo in Italia, che ha rappresentato un passo necessario per lo smantellamento della fitta rete di connivenze e collusioni che legavano pubblica amministrazione, politica e imprenditoria.

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