Calcio Napoli, tra rifondazione e contestazione della piazza
Calcio Napoli, tra nostalgia per un ciclo andato e rifondazione. Ed un'immancabile costante invariata nel tempo...
Calcio Napoli – Estate infuocata per la Società di Aurelio De Laurentiis, tra nostalgia e sguardo al futuro, i problemi restano gli stessi
Calcio Napoli – “Cara, celeste nostalgia” è il titolo di un meraviglioso brano di Riccardo Cocciante. Nostalgia per un amore passato, senso di solitudine per la ritrovata (ed indesiderata) libertà, ricordo di quello che fu e che non sarà più.
E nostalgia, appunto, è il sentimento che pervade i cuori dei tifosi partenopei. Cuori affranti per gli addii dell’incedibile Koulibaly, ceduto meno di 48 ore dopo la dichiarazione della sua “incedibilità” e del napoletanissimo Mertens, che insieme al patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è stato protagonista di una neverending story per la quale i più sognavano un finale diverso.
Ma la storia non si scrive con le speranze, bensì con le firme apposte sui contratti: mani guidate da un obiettivo condiviso, mani che si intrecciano a sostenere un progetto comune, unitario, che raccoglie l’adesione di entrambe le parti.
Così non è stato. La verità che è stata narrata dalle varie conferenze stampa e, in ultimo, dal Presidente in persona alla radio ufficiale del Napoli lascia parecchi interrogativi irrisolti, ad essere sinceri.
Versioni spesso contrastanti al punto da essere inconciliabili, dichiarazioni che smentiscono quelle rilasciate dagli stessi protagonisti solo qualche ora prima, cifre o durata di contratti che non combaciano.
Così è, se vi pare… In questa caldissima estate partenopea, il Napoli sta ridisegnando i propri confini, sta provando a tracciare il futuro prossimo, con il player trading, acquistando giovani talenti del calcio, con la speranza che possano mantenere le promesse e diventare, prima o poi, calciatori appetibili dai club più blasonati.
Autofinanziamento, è questa la parola d’ordine. Non spese folli, non giocatori già affermati, non top player dagli ingaggi insostenibili, per una Società che, alle brutte, non può ricapitalizzare per evitare la debacle.
Ma, c’è un ma. A pesare ancor di più sugli animi di parte della piazza partenopea è la sensazione di una comunicazione sempre poco efficace. Ad esserne responsabile, proprio la Società che in un primo momento dichiara con voce ferma l’incedibilità di Koulibaly, per poi cederlo dopo 3 giorni, per poi confessare di aver omesso di sapere già da tempo che Koulibaly sarebbe andato via.
Capitolo Mertens: che si fosse giunti ad una impasse, era chiaro a tutti. Il silenzio protratto ad oltranza di entrambe le parti era un chiaro segnale di una trattativa quantomeno in fase di stallo. In pochi romanici erano rimasti a sognare un rinnovo del 14 di origine belga.
I rumors sull’interesse del Napoli per altri attaccanti faceva intendere più che chiaramente che la piazza dovesse – seppur assai malvolentieri – prepararsi a salutare il suo miglior marcatore all time.
Ma, anche qui, tanti restano gli interrogativi non solo irrisolti ma addirittura foraggiati dalla comunicazione societaria, entrata in contrasto con le notizie date a gran voce dalla stampa.
Contratto per due anni o per un anno? 4,5 i mln chiesti da Mertens? Sicuri che non sia stato il progetto tecnico a non convincere il belga, piuttosto che una questione di “vil danaro“, come ripetuto anche ieri dal Presidente della squadra partenopea?
Che i cicli finiscano è normale evoluzione di ogni organismo vivente, ed una Società di calcio lo è.
Che ci si debba rassegnare a seppur dolorosi addii è fisiologica esperienza di vita, a 360°.
Ma che resti l’amaro in bocca per una comunicazione che lascia spazio ad interrogativi alimentati da evidenti contraddizioni, e che getta ombre di venialità sul calciatore più rappresentativo dell’era De Laurentiis, beh, anche questo pare comprensibile.
Così come pare comprensibile la richiesta di chiarezza da parte della piazza, alle prese con la difficile digestione di addii pesanti da smaltire…ma che si spera possa divertirsi, ancora ed ancora, con il Napoli che sarà.
Mancano tre settimane al fischio di inizio di un campionato già discussissimo prima ancora di cominciare.
La sensazione è che saranno tre settimane dense di un tutto che sfianca…in attesa dell’unica cosa che conta davvero: vedere quel pallone rotolare sul campo verde.
Fischio d’inizio e via, la parola al calcio giocato.
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