Caivano, parroco costretto a trasferirsi dopo intimidazioni e minacce
Don Salvatore Verde trasferito per motivi di sicurezza da Caivano, in seguito a minacce, intimidazioni e colpi di pistola
Don Salvatore Verde, parroco della parrocchia di San Giorgio Martire a Pescarola, frazione di Caivano, dopo soli tre anni, è stato costretto a lasciare l’incarico e a chiedere il trasferimento. Il parroco, sempre pronto a schierarsi dalla parte dei più deboli e degli indifesi, da tempo era vittima di minacce ed intimidazioni.
Lo stesso don Salvatore ha raccontato sulle pagine de “Il Mattino” i numerosi avvenimenti che lo hanno spinto a prendere la sofferta decisione del trasferimento: «Ho dovuto rassegnare le dimissioni, sebbene con molto dispiacere, perché sono molto legato a Pascarola e alla sua comunità di fedeli. Ma per la mia sicurezza e per ristabilirmi sia fisicamente che psicologicamente, dopo quanto accaduto in seguito a mie denunce, e con l’aiuto, il confronto e il supporto dei miei superiori, ho capito che dovevo necessariamente prendere questa decisione».
Il primo grave episodio risale al 2018 quando il parroco aveva denunciato la scomparsa di due bambini albanesi da una casa famiglia.
«Una domenica di settembre spariscono da una casa famiglia della zona due bambini che frequentavano la parrocchia. Il maschietto ha 4 anni, la sorellina cinque, entrambi albanesi. Denuncio tutto al Tribunale dei Minori e quasi in coincidenza con il mio appello alle forze dell’ordine mi arriva dai fedeli una segnalazione: dalla parrocchia, che è situata nelle campagne di Pascarola, arriva del fumo. Qualcuno aveva introdotto in parrocchia un’auto rubata e le aveva dato fuoco. Qui i carabinieri hanno trovato più tardi anche un fucile. I bambini? Le indagini per trovarli sono ancora in corso».
Il secondo episodio, invece, risale a quest’anno. Don Salvatore, dopo aver denunciato un uomo per maltrattamenti ai danni del figlio di 4 mesi, aveva subito l’ennesima intimidazione. Qualcuno si era introdotto nella canonica e l’aveva devastata, portando via due cassaforti contenenti tremila euro, provento delle donazioni dei fedeli.
L’episodio che, però, ha fatto scattare la decisione dei suoi superiori risale allo scorso 13 settembre.
«Mentre tornavo a casa con la mia auto – racconta don Salvatore – intorno alle 21.30, sulla Strada Sannitica, in genere molto buia a quell’ora, una vettura a fari spenti mi lampeggia e suona, come per chiedermi di fermarmi. Credendo che fosse qualcuno dei miei parrocchiani che avesse bisogno di aiuto ho accostato e sono sceso per capire cosa stesse accadendo. Sono scesi da quella vettura due uomini: uno ha esploso in aria due colpi di pistola, poi entrambi sono risaliti in auto per poi fuggire via velocemente».
In questi anni la parrocchia di San Giorgio Martire è rinata grazie alle tante iniziative e all’impegno di don Salvatore. Grande il dispiacere dei fedeli che, inizialmente, intendevano opposi al trasferimento inscenando proteste.
«Probabilmente- ha affermato il parroco di Caivano- ho toccato qualche filo pericoloso, ma non mi importa. Io vado via, spero che le forze dell’ordine continuino a indagare per fare luce sugli abusi ai danni dei bambini».
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