Associazione Merqurio: “Politiche sociali e sanitarie alla luce dell’emergenza Covid-19”
Associazione Culturale Merqurio: “Politiche sociali e sanitarie alla luce dell’emergenza Covid-19”. Il resoconto del dibattito
ASSOCIAZIONE MERQURIO – Colmare al più presto la storica carenza di organico della sanità campana, ma anche quella nel settore dell’assistenza sociale, per rafforzare i servizi a favore dei cittadini anche grazie agli ingenti fondi stanziati dall’Unione europea: solo così è possibile far diventare la pandemia un’opportunità per affrontare questioni irrisolte da decenni.
È questo in sintesi il messaggio che emerge dal dibattito su “Politiche sociali e sanitarie alla luce dell’emergenza Covid-19”, organizzato dall’Associazione Culturale Merqurio, che si è tenuto ieri in diretta sulla pagina Facebook dell’associazione.
In particolare, il deputato del Pd Paolo Siani, dopo aver sottolineato che in passato «sono state poche le voci che si sono levate contro i tagli alla sanità degli ultimi decenni» e che «questa pandemia colpisce soprattutto le famiglie più esposte sul piano sociale», ha affermato che ora bisogna pensare a «quale modello di sanità vogliamo strutturare in Italia nel futuro».
E, se è vero che i soldi stanziati per la Sanità, solo 9 miliardi su 209 che arriveranno dall’Ue, «sono davvero troppo pochi», è altrettanto vero che è più importante discutere su come spendere i soldi, prima ancora che su quanti soldi destinare al settore.
«Ad esempio – ha affermato Siani – nel piano presentato dal governo c’è zero per l’infanzia, ed è sbagliato perché la povertà la troviamo soprattutto nelle famiglie con figli».
Gianluca Daniele, responsabile per il Mezzogiorno e la Cultura della Fondazione Di Vittorio, ha poi sottolineato come «bisogna avere grande attenzione a come saranno ripartite le risorse europee. Se abbiamo ottenuto così tanti soldi dall’Unione europea – ha spiegato – è proprio perché in Italia esiste una vasta area, il Sud, in ritardo di sviluppo: sarebbe, quindi, assurdo che si sottraessero soldi proprio al Mezzogiorno. Timore purtroppo fondato, se si guarda alla discussione politica delle ultime settimane».
Secondo Daniele, destinare la maggior parte delle risorse alle regioni meridionali non solo sanerebbe in parte l’enorme divario Nord-Sud sul piano dei servizi essenziali al cittadino, dalla sanità, ai servizi sociali, fino ai trasporti, ma sarebbe anche «una spinta ad una ripresa dello sviluppo economico che porterebbe benefici all’intero Paese».
Anche il presidente di Gesco, Sergio D’Angelo, ha sottolineato l’importanza di programmare in maniera razionale la spesa pubblica. «Cosa succederà quando le risorse straordinarie stanziate dall’Europa finiranno?» si è chiesto, ricordando che a Napoli e in Campania è ancora molto basso il numero di assistenti sociali rispetto alla popolazione, in un momento in cui c’è più bisogno di un sostegno, materiale ma anche psicologico, alle tante famiglie in difficoltà.
«Assistenti sociali che spesso sono precari, condizione che rende difficile per questi operatori diventare un vero punto di riferimento per le famiglie», ha poi aggiunto il vicepresidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Campania, Massimo Corrado.
Particolarmente toccante la testimonianza di Michelina Belardo, responsabile del Covid Center del Loreto Mare, che si è ammalata di Covid, ed è guarita, come altri suoi colleghi. «Dopo questa esperienza – ha affermato, – sono tornata al lavoro più consapevole di cosa realmente è questa malattia. E anche dell’incapacità del nostro sistema sanitario di seguire gli ammalati fuori dagli ospedali. Io sono rimasta a casa, infatti, ma ho vissuto una situazione di solitudine ed abbandono perché avuto grosse difficoltà a comunicare con chi avrebbe dovuto prendersi cura di me».
Una situazione che «dipende da ritardi organizzativi, ma anche da storiche carenze di organico dovute al blocco del turn over conseguente al periodo di commissariamento della sanità campana» ha spiegato Anna Canzanella, segretaria regionale del Partito democratico e infermiera, sollecitando le istituzioni ad aumentare il prima possibile il numero di operatori della sanità.
Sono tante le figure professionali di cui ci sarebbe bisogno, a cominciare dagli anestesisti, introvabili in tutta Italia. Ma anche i fisioterapisti, come testimoniato da Mario Zazzaro, «che operano quasi esclusivamente nella sanità privata accreditata, nonostante ce ne sia un forte bisogno anche in ambito pubblico», ha affermato. Anche i malati di Covid, ad esempio, hanno bisogno di fisioterapia per riprendersi da una malattia che determina numerose problematiche che si possono trascinare molto oltre la guarigione clinica.
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