13 Ottobre 2015

Anthony Galeota, Napoli tra musica e web 2.0

A Napoli, tra le reclute dell’immenso esercito dei cosiddetti youtuber, spicca Anthony Galeota, giovane venticinquenne che ha fatto della sua passione per la musica un vero e proprio mezzo di comunicazione sociale, servendosi dell’attualissimo genere rap che tanto piace ai giovani

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Nell’era del web 2.0, tra social networks ed utenti Always on line a farla da padrone è la cosiddetta sharing mania. Un contesto tanto dinamico ha inevitabilmente condizionato il modo di fare musica, trasformando piattaforme di condivisione e visualizzazione video in veri e propri palcoscenici atti a creare e perché no, improvvisare web performances.
Lo stile e il carattere di Anthony Galeota rispondono bene a tali esigenze del mercato digitale.
Il rapper racconta i disagi della sua città, oggettivando il peggio ed esaltando il meglio, ma riserva ai suoi pezzi un pizzico di ottimismo finale che rompe con l’eterna tradizione dei “rapper maledetti”.

Uno dei suoi videoclip d’esordio Nonunfuturo ha raggiunto 12.847 visualizzazioni in pochissime settimane, mentre Se vuoi ripassa, tra i brani più recenti ne conta circa 85.000, nel 2013 ha partecipato a diversi rap street contest nel napoletano, ottenendo soddisfacenti risultati, fino a giungere all’apertura, nell’agosto 2014, del concerto di uno dei rapper più apprezzati del momento, nonché vincitore della categoria giovani a Sanremo 2014, Rocco Hunt.

Come ti sei avvicinato alla musica e in particolare al mondo del rap?

In genere i bambini crescono dando calci ad un pallone, io preferivo riprodurre una batteria rimediando in casa oggetti che potessero simularne il suono. L’interesse per il rap è nato per caso, a dir la verità non ero un estimatore del genere… Poi accade che ti prendi una sbandata per una ragazza e inizi a scrivere. Ho capito che potevo dare musicalità alle parole e che il non essere perfettamente intonato non era un limite. Da allora non ho più smesso.

Quindi sei autore dei tuoi testi, passione per la scrittura o sfogo in musica?

La musica in maniera quasi terapeutica può diventare un buono strumento per scandagliare i propri sentimenti, non a caso il mio primissimo pezzo Non sei per me, è nato come sfogo fugace in seguito ad una delusione amorosa. Quindi più che una passione, considero la scrittura un veicolo di esternazione delle mie emozioni.

Tra le tue canzoni emergono pezzi impegnati che trattano tematiche sociali molte delicate, dalla disoccupazione giovanile gridata in Nonunfuturo , alla terra dei fuochi sussurrata nel brano denuncia Terra Felix fino ad arrivare a videoclip a scopo virale come Knockout game sul fenomeno on the road dei cazzotti dati per gioco, o Per tutti i gay delicata, ma forte versione rap contro l’omofobia.
Contaminazione della musica col sociale o musica come mezzo di diffusione sociale?

Credo fortemente nella potenza mediatica della scrittura e se il rap ti permette con il sussidio della musica di poter trattare di tematiche scottanti come l’attualità, la cronaca e la politica, ci credo ancora di più.
Non sfrutto la musica, ma la utilizzo che è diverso. Il sociale mi interessa, ma Anthony non è solo questo.
Non mi considero il solito rapper arrabbiato con il mondo, ma possiedo una sana vena ironica e un lato up della vita, Commercial hit ad esempio è un inno alla spensieratezza della mia età.

Sei molto attivo sui social, il tuo canale Youtube Anthony Galeota official è cliccatissimo e i tuoi videoclip raggiungono notevoli visualizzazioni. Ti definiresti un youtuber o un artista emergente che sfrutta il tubo catodico per avere visibilità?

Nasco come youtuber, non appena aperto il mio canale, mi divertivo a fare “il verso” ad alcuni cantanti famosissimi, facendo download di funny video , avendo mia sorella come spalla. Poi sono arrivate la canzoni vere e proprie, i like e i consensi. Tutt’ora non mi reputo un’artista emergente. Il successo non lo si insegue, né lo si pretende. Semplicemente cerco una mia identità.

Napoli è lo sfondo delle tue canzoni, è madre e matrigna. Un attimo prima è teatro di criminalità e disoccupazione dilaniante, un attimo dopo è vittima di facili pregiudizi e soffre per la sottovalutazione di un patrimonio artistico e culturale immenso. In particolare il brano Se vuoi ripassa potrebbe rappresentare il manifesto di questi buoni e cattivi sentimenti. Parlacene.

Se vuoi ripassa è stato per me un brano a doppio taglio. L’ho inciso in collaborazione con un altro amico rapper, noto sul tubo per parodie dal gusto piuttosto mordace, quindi se da un lato la visibilità era assicurata, dato il numero di click che lo contraddistinguono, dall’altro potevo correre il rischio di essere associato ad un mondo che non sentivo mio. Per fortuna l’esperimento è andato in porto ed ha ottenuto il risultato sperato, mantenendo intatto il mio mood. L’intento era quello di dare un’immagine binomica di Napoli, restando fedele a quell’anima di “carta sporca” già cantata da Pino Daniele e allo stesso tempo voleva essere un invito a sfatare i soliti pregiudizi che la legano alla vignettistica idea di città pizza e mandolino.

Di recente il panorama della musica italiana e in particolare napoletana ha perso un grande artista del calibro di Pino Daniele, tu hai realizzato un tributo in chiave rap.

Si, l’idea era in cantiere ancor prima che il maestro ci lasciasse. Mi era già capitato di “commentare” rappando, alcuni refrain di pezzi appartenenti ad artisti accreditati, tra i quali La Rondine di Mango. Che Mango sia morto poco dopo è soltanto un caso. Con Pino Daniele, non ho fatto in tempo e quello che doveva essere un contributo, si è trasformato in un tributo alla memoria.

La musica di Anthony Galeota è anche amore, attualmente c’è qualcuno di speciale nella tua vita?

Attualmente mi sto concentrando sulla rivalutazione e rivalorizzazione di me stesso per potenziare la mia scrittura e la mia musica. L’amore può aspettare, intanto posso dire che non si è mai abbastanza grandi per capire fino in fondo un sentimento tanto caleidoscopico.

Il mondo del web è altamente competitivo e nella rete prima o poi ci finiscono tutti, perché tu dovresti emergere dalla massa che impazza su piattaforme stracolme di sharing contents ? Dacci almeno 3 motivi per seguire Anthony Galeota.

Non ho la pretesa di emergere e questo è anche il primo motivo. Il secondo è che non canto per visibilità, ma per me stesso. Cantare mi fa banalmente stare bene… E scusate se è poco! Il terzo è il mio impegno nel raccontare la quotidianità e le diverse problematiche sociali e non, in chiave comune, instaurando così un rapporto di familiarità con le persone che mi seguono. Quello che canto potrebbe cantarlo anche il mio vicino di casa o il mio amico più fidato, perché la musica appartiene a tutti.

Anthony Galeota sembra avere tutte le carte in regola per scalare le vette delle youtube listes e se i numeri e gli obiettivi raggiunti, rappresentano a sua detta “solo un punto di partenza” ,  è facile immaginare che una volta staccato il biglietto, il viaggio sia tutto in corsa, alla velocità di un click.

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