Pompei, scoperto affresco raffigurante due gladiatori in azione
Riportato alla luce un affresco raffigurante due gladiatori in azione nell’ambito dei lavori previsti dal Grande Progetto Pompei. Franceschini: “miniera inesauribile di ricerca e di conoscenza”
L’ansia per i crolli, gli scioperi e i malcontenti per le interminabili code sotto il sole cocente sembrano ormai un lontano ricordo. Ora Pompei (da qualche anno, in verità) offre solo notizie positive. Sono numerosi, infatti, i risultati ottenuti dal Grande Progetto Pompei, avviato nel 2012 e finanziato dall’Unione Europea tramite il FESR. L’ultimo in ordine cronologico è il rinvenimento di un affresco raffigurante due gladiatori durante un combattimento, dove uno vince e l’altro soccombe.
L’affresco
Come si legge nella nota del MIBACT, l’affresco è stato rinvenuto nell’area di cantiere della Regio V, nell’ambito dei lavori di messa in sicurezza e rimodulazione dei fronti di scavo, previsti dal Grande Progetto Pompei. Misura circa 1,12 mt x 1,5mt e mostra una scena di lotta su uno sfondo bianco, delimitata sui lati da una banda di colore rosso.
Il guerriero a sinistra è un “Mirmillone” della categoria degli “Scutati”, il classico “peso massimo” dotato di “artiglieria pesante”: impugna l’arma di offesa, il gladium (la tipica spada corta) e un grande scudo rettangolare (scutum) e veste un elmo a tesa larga dotato di visiera con pennacchi (cimiero). A soccombere, a destra, è un “Trace“, gladiatore della categoria dei “Parmularii”, un guerriero che faceva dell’agilità la sua arma vincente. È raffigurato con lo scudo a terra, con l’elmo (galea) a tesa larga ed ampia visiera a protezione del volto, coperto in parte da un cimiero. Di particolare interesse è la realistica rappresentazione delle ferite. Si vede, infatti, chiaramente il sangue fuoriuscire dalle ferite del gladiatore sconfitto.
Emblematico, inoltre, il pollice alzato dal Trace, un gesto che ricorda il potere riservato all’imperatore di concedere la salvezza al termine dei giochi nell’anfiteatro. Nella fattispecie, sembra essere una richiesta di pietà.
Un luogo di ristoro per i gladiatori dell’antica Pompei
La scoperta è avvenuta in un ambiente alle spalle dello slargo di incrocio tra il Vicolo dei Balconi e il vicolo delle Nozze d’Argento. Ha un’inconsueta forma trapezoidaile, in quanto collocato nel sottoscala di quella che era, probabilmente, una bottega. Si intravede al di sopra della pittura l’impronta della scala lignea. Forse decorava un ambiente frequentato da gladiatori, una bettola dotata di un piano superiore destinato all’alloggio dei proprietari dell’esercizio commerciale o, come di frequente, data la presenza di gladiatori, destinato alle prostitute. Un luogo, insomma, di ristoro e rinfresco per i gladiatori dell’antica Pompei.
L’ipotesi degli archeologi è confermata anche da Massimo Osanna, Direttore della Soprintendenza del sito degli Scavi di Pompei: “È molto probabile che questo luogo fosse frequentato da gladiatori. Siamo nella Regio V, non lontani dalla caserma dei gladiatori da dove, tra l’altro, provengono il numero più alto di iscrizioni graffite riferite a questo mondo“.
L’attenzione di Franceschini per Pompei
Grande la soddisfazione del Ministro Dario Franceschini, che anche nella sua precedente esperienza di Governo alla guida del MIBACT, tanta attenzione aveva dedicato a Pompei. “Il sito archeologico di Pompei – dichiara il Ministro – fino a qualche anno fa era conosciuto nel mondo per la sua immagine negativa: i crolli, gli scioperi e le file dei turisti sotto il sole. Oggi è una storia di riscatto e di milioni di turisti in più. Oggi è un sito accogliente, ma soprattutto è un luogo in cui si è tornati a far ricerca, attraverso nuovi scavi. La scoperta di questo affresco dimostra che davvero Pompei è una miniera inesauribile di ricerca e di conoscenza per gli archeologi di oggi e del futuro“.
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