Festa della Tammorra: alla scoperta delle tradizioni di Somma Vesuviana
Somma Vesuviana è ricca di eventi folkloristici nascosti, la festa della Tammorra è molto importante per i cittadini, che riuniti in “paranze” si esibiscono in piazza con canti e balli popolari
I comuni attorno al Vesuvio sono pieni di tradizioni ed eventi folkloristici poco conosciuti. Proprio in questi giorni, il 15 e il 16 Giugno, ha avuto luogo la quattordicesima edizione della “festa della tammorra“, nella piazza di Santa Maria al Castello.
Si tratta di una delle ricorrenze più importanti per il comune di Somma Vesuviana, assieme al “Sabato dei fuochi” – che ha luogo il Sabato dopo Pasqua – e la Festa delle lucerne – i primi di Agosto.
Protagoniste di queste feste sono le cosiddette “paranze” – gruppi di persone che nascono nei rioni locali. Divisi tra ballatori, cantatori e suonatori, si esibiscono in piazza per animare la festa con gli strumenti tipici della tradizione campana: nacchere, triccheballacche, le tammorre, i tamburelli, il doppio flauto, e percussioni varie.
Le bancarelle e i festoni adornano la piazza. Suoni, canti e balli tipici rimbombano alle pendici del Monte Somma. Una mostra di fotografie in bianche e nero raffigura le precedenti edizioni dell’evento, mostrando tutto il popolo in festa.
Ma cos’è questo strumento, ritenuto così importante dai cittadini di Somma Vesuviana?
La tammorra è uno strumento musicale a percussione, costituito da una membrana di pelle animale tesa su un telaio circolare in legno, accompagnata da dei sonagli laterali. Molto tempo fa, veniva costruito in casa, difatti molte signore anziane ancora lo conservano. Esistono diversi modi per impugnarlo: alla maniera maschile quando lo strumento è impugnato con la mano sinistra e percosso con la destra; al contrario alla maniera femminile, quando è impugnato con la mano destra e percosso con la sinistra. È da esso che deriva il nome di “tammurriata” o di “canzone ncopp ‘o tamburo”, forme musicali legate strettamente ad antichi riti pagani.
Fedelissimo amico della tammorra è il “triccheballacche”, formato da tre martelletti in legno. I due esterni vengono mossi dal musicista, percuotendo il martelletto centrale e procurando così, un suono tipico da musica folk.
Il gruppo di Somma, si raccoglie intorno alla figura di Giovanni Coffarelli, capo-paranza, uno dei più noti cantatori del folklore napoletano. Il repertorio del gruppo è composto da tammurriate e tarantelle, alle quali si aggiungono delle filastrocche e vari canti come “canti per la potatura” e “fronne’ e limone” – un canto utilizzato per comunicare dall’esterno con chi si trova incarcerato, per avere notizie della sua famiglia.
L’intento degli organizzatori è certamente quello di continuare a rendere ancora viva la cultura della Tammurriata, cercando di divulgare un patrimonio musicale e folklorico estremamente ricco e di coinvolgere quante più persone possibili.
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