Adrian, nel futuro Napoli sarà “Mafia International”
Nel futuro distopico di Adrian, cartoon frutto della collaborazione tra Celentano e Milo Manara, Napoli diventerà la capitale internazionale della Mafia
Una cosa bisogna dirla: Adrian è uno dei prodotti televisivi più interessanti di questa stagione televisiva. “E allora siamo alla frutta” dirà qualcuno. Probabilmente sì, ma per chi fosse interessato a leggere un trattato sulla Televisione nel 2019 consigliamo di cercare altrove. Qui si parla di un ipotetico affronto – vedi tradimento, vedi insulto, vedi “ma ke ne sa lui?!1” – alla nostra adorata Napoli.
Ebbene sì, nel tanto atteso frutto della collaborazione tra uno dei più noti cantanti italiani e uno dei più grandi illustratori e fumettisti del Bel Paese, la Napoli del 2068 appare come una città distopica, sporca, e dominata dalla mafia. Tanto da essere ribattezzata Mafia International.
Indignazione e puro dissenso sono stati scatenati dalla messa in onda del cartoon, che pare essere finito un’ora prima e che Rolling Stone Italia ha definito “un enorme boh surreale e sexy”, fin tanto che ad esso è seguito il puntuale intervento del Sindaco De Magistris, che ai microfoni di ANSA si è dichiarato “un po’ deluso”.
Sentimenti ampiamente diffusi e pubblicati nel mondo dei social, dove il Molleggiato è stato accusato di essere caduto nel facile stereotipo, e invitato a non parlare della nostra città, in quanto non napoletano.
Opinione dalla natura quantomeno ambigua, poiché le dichiarazioni di Alessandro Gassman e Francesco De Gregori non avevano generato lo stesso caos mediatico; a non parlarne male, evidentemente.
E poco importa se nella storia è ben specificato che la bellissima Napoli sia diventata Mafia International solo a causa dei giochi di potere tra una politica nazionale corrotta e la criminalità organizzata; poco importa che la serie tv fenomeno di incassi Gomorra sia ambientata addirittura nel presente. Adriano Celentano è destinato a diventare il nuovo capro espiatorio della Napoli bene.
Questo articolo non è un trattato sulla Televisione, dicevamo, e nemmeno un’apologia di Celentano, Milo Manara o del loro prodotto, ai quali si rimprovera una certa leggerezza nel trattare argomenti così sensibili.
Questo articolo potrebbe servire come spunto per una riflessione su ciò che fa più arrabbiare di Mafia International: la paura di una sua lontana, ma non impossibile, verosimiglianza.
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