Maurizio Sarri e Napoli: storia di un amore mai banale
Maurizio Sarri e Napoli; l’uomo che ha conquistato i partenopei a suon di spettacolo e verità. Storia di un amore destinato ad essere ricordato
Maurizio Sarri, l’uomo che ha conquistato Napoli.
Esistono persone banali, ordinarie, prevedibili.
Persone che, ancor prima che aprano bocca, già puoi prevedere ciò che diranno. E poi ci sono persone vere, veraci, senza fronzoli né sovrastrutture, che dicono esattamente ciò che pensano e che pensano cose scomode a volte.
Maurizio Sarri appartiene senza alcun dubbio a questa seconda categoria.
L’allenatore tosco-napoletano non smette mai di far discutere, di attirare l’attenzione dei media su di sé. Nel bene e nel male, o – come direbbe qualcuno un po’ più profondo di me – aldilà del bene e del male.
Maurizio è così: ogni intervista un’emozione diversa, vera, tangibile, palpitante.
Viva e palpitante esattamente come lui, il guru del calcio-spettacolo, l’ammaliatore del pubblico dal palato fine, la spina nel fianco di chi, forse, in cuor suo sa di non poter regalare un gioco come quello “sarriano”.
In tre anni, ha spazzato via come un poderoso uragano pregiudizi e preconcetti ed ha fatto sua una piazza difficile ed umorale come quella partenopea, capace di amarti o di detestarti come nessuno al mondo.
Sarà che tra persone vere e passionali ci si riconosce subito: ci si guarda un po’, ci si studia guardinghi e – se ci si riconosce – scoppia un amore destinato ad essere consegnato all’immortalità.
E cosa, se non profondo amore, è quello che ieri le curve hanno tributato a don Maurizio?
Cosa ha spinto migliaia di persone ad unirsi sotto il segno – folle e riconoscibilissimo – del rivoluzionario e gaudente sarrismo?
Già, perché oramai da un paio di anni il gioco di Sarri travalica i limiti geografici della maglia che veste e della tifoseria che infiamma, per consacrarsi in un imperituro -ismo, di cui si riempiranno pagine e pagine di libri dedicati al calcio e alla bellezza.
Un neologismo che racchiude il senso più profondo del gioco pensato e concertato da Maurizio, ma che va anche molto oltre il campo da calcio.
Sarrismo è geometria che disegna spettacolo, è passione che tinge di rosso un rettangolo verde, è sorpresa che desta cuori assopiti. E’ cambiamento voluto, sudato, partecipato, attivo.
E’ una sveglia che suona in piena notte e ti indica che E’ ORA il momento di alzarsi, perché il cambiamento parte da te, qui ed ora.
Il sarrismo è polmoni che hanno fame d’aria, è cuore tachicardico, è mente sempre attiva e vigile, è sudore che riscalda i corpi.
Ed è per questo che “siamo tutti Sarri”… Perché a Napoli abbiamo tutti questo cuore, questa fame, questa voglia, questa inclinazione spregiudicata ed insensata alla passione più viscerale.
Questa passione nevrotica, che ti porta a masticare nervosamente mozziconi di sigarette mai fumate, ad avvolgerti in una spessa nuvola di fumo, a guardare il sole senza occhiali che ti proteggano dai raggi uva.
E Sarri sta guardando il sole, senza protezioni.
Lo sta ammirando con il desiderio di un bambino che vuol fare un regalo grande, immenso, indimenticabile ai suoi genitori. E che sta conservando monetina dopo monetina i soldi che gli serviranno ad acquistare proprio quei pennarelli lì, con i quali scrivere insieme la dichiarazione d’amore più bella che si possa mai pensare.
Una dichiarazione d’amore che il popolo azzurro aspetta da 30 anni.
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