Delitto Matarazzo: “Non c’è il DNA del fratello”
Su uno dei coltelli usati come arma del delitto Matarazzo non c’è il DNA del fratello Luca. L’uomo è ancora irreperibile mentre la polizia ne diffonde le foto.
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Ci sarebbe un terzo uomo nel delitto Matarazzo, non imparentato né con la vittima né con l’assassino.
Lo sostengono i legali di Luca Materazzo, fratello della vittima e unico indagato per l’omicidio premeditato di Vittorio.
Luca Materazzo è latitante dall’Immacolata, ma dalle armi affidate ai genetisti Sebastiano Di Biase e Giuseppe Cardillo, sarebbe ora emerso un terzo profilo di DNA.
Il DNA è stato trovato su uno dei due coltelli recuperati dalla polizia dopo l’omicidio dell’ingegnere, avvenuto lo scorso 28 novembre in viale Maria Cristina di Savoia 3.
Delle due lame, quella sulla quale è stato ritrovato il DNA dello sconosciuto, è risultata priva di macchie di sangue, per quanto essa si trovasse accanto al pugnale sporco usato per assassinare Materazzo.
Rilevante nelle indagini anche il “caso slip”.
Sull’indumento di biancheria intima maschile recuperato dagli inquirenti insieme ad altri oggetti era stato trovato, infatti, un DNA “misto”.
La traccia, che appartiene a Luca, tuttavia, è degradata. Inoltre, non c’è il DNA di Luca sul giubbino recuperato in vico Santa Maria della Neve.
Questi saranno alcuni dei dettagli della linea difensiva che verranno messi al centro della partita giudiziaria.
I legali Inserra annunciano che si rivolgeranno comunque al RIS dei carabinieri per individuare le caratteristiche peculiari dei DNA e sottolineano che ancora non hanno ricevuto tutta la documentazione delle analisi della polizia scientifica. Secondo gli avvocati, mancherebbero pure le indagini sul telefonino e il computer dell’indagato.
Luca, che due ore dopo il delitto aveva accettato di eseguire il tampone salivare per il prelievo del dna, una volta tornato a casa, aveva pure denunciato la sparizione di alcuni oggetti di vestiario.
Non si esclude un complotto ai suoi danni.
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