19 Giugno 2015

Combattimenti cani a Napoli, quattro denunce

Anche un minore coinvolto nell’indagine della Polizia di Stato che ha smascherato a Napoli un giro di video con combattimenti tra cani

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Finivano tutti sui social network più popolari, come Facebook e Twitter, i video con i combattimenti fra cani per i quali i poliziotti della Questura di Napoli hanno proceduto alla denuncia di quattro persone, fra le quali un minore.

I video, ripresi con gli smartphone, avevano lo scopo di pubblicizzare gli esemplari più forti e per rendere disponibili alla vendita gli animali più capaci, i quali venivano poi acquistati al prezzo di migliaia di euro.

La divulgazione dei filmati su internet, per fortuna, ha reso più semplice il lavoro delle forze dell’ordine, le quali, proprio a causa dell’efferatezza delle immagini riprese dai telefonini, sono riusciti a fermare e a denunciare quattro persone responsabili di “maltrattamento e sevizie” ai danni dei poveri animali.

L’operazione, che ha visto il lavoro congiunto delle procure di Napoli, Santa Maria Capua Vetere e della procura dei minori del capoluogo campano, si è avvalso di una indagine della Polizia Postale coordinata dal vicequestore aggiunto Fabiola Silvestri e si inserisce in una più ampia opera di prevenzione e repressione di questo tipo di reati ad opera delle Forze dell’Ordine, le quali hanno potuto anche contare sull’aiuto di numerosi internauti che hanno segnalato i video.

Mediante l’ausilio di complessi software di rilevazione satellitare è stato possibile localizzare i box nei quali avvenivano i combattimenti e procedere al salvataggio di un pitbull sanguinante che probabilmente aveva terminato un combattimento solo da poche ore, oltre ad un dogo argentino che veniva tenuto al buio. Prezioso ai fini della scoperta, si sottolinea, è stato il tempestivo intervento della Squadra Mobile di Caserta e del Reparto Prevenzione Crimini Campania della Polizia di Stato.

I cani sono stati immediatamente affidati al Reparto Soccorso Veterinario dell’ASL Napoli 1, mentre il proprietario del box identificato veniva immediatamente denunciato.

La LAV, intanto, per voce di Ciro Troiano, criminologo responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia, sottolinea che l’operazione è «la conferma che i combattimenti tra cani rappresentano ancora una realtà criminale diffusa e preoccupante, per questo occorre vigilare, perché si tratta di un fenomeno socialmente pericoloso, con un forte potenziale criminale, che non deve essere sottovalutato»

«La pericolosità che hanno questi criminali”, aggiunge Troiano, “si evince anche dall’uso sfrontato dei social network per diffondere video, raccogliere scommesse e consensi, e vendere i cani lottatori. Un fenomeno così complesso, che vede coinvolti anche minorenni, necessita di un’attenta analisi e di un’efficace azione di contrasto. Negli ultimi anni, proprio in Campania si sono registrati segnali che indicano una ripresa del fenomeno, con operazioni che hanno portato alla denuncia di diverse persone e al sequestro di cani lottatori. Occorre potenziare la normativa sulla tutela penale degli animali, in particolare per i reati zoomafiosi. In ogni caso, siamo grati alla Polizia postale e ai magistrati che hanno dato impulso all’inchiesta, e annunciamo fin da ora che ci presenteremo parte civile al processo».

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