23 Febbraio 2016

PRIMARIE PD – CANDIDATA VALERIA VALENTE

Valente

Primarie per la scelta del candidato Sindaco di Napoli – Valeria Valente intervistata sul suo progetto per Napoli

[ads1] Si è tenuta ieri mattina la conferenza stampa per la presentazione delle primarie del centrosinistra, e dei candidati, presso la sede del partito democratico metropolitano di Napoli, cui erano presenti i segretari dei partiti che compongono la coalizione e i quattro candidati.

La campagna per le primarie supera così la fase iniziale di presentazione delle candidature ed entra maggiormente nel vivo: mentre i candidati fanno emergere le loro proposte per il governo della città di Napoli.

Tra questi, Valeria Valente, eletta alla Camera dei Deputati nel marzo 2013, attualmente ricopre il ruolo di Segretaria nell’Ufficio di Presidenza della Camera e presiede il Comitato Pari Opportunità.

Napoletana, nata nel 1976, sin da giovanissima è attiva nella politica del movimento studentesco. A 18 anni ne diventa coordinatrice per la città di Napoli e un anno dopo entra nell’esecutivo nazionale dell’Unione degli Studenti/Cgil, così si trasferisce a Roma per continuare la carriera politica. Nel 2006 viene nominata Assessore al Comune di Napoli con delega al Turismo, agli spettacoli e alle Pari Opportunità, carica ricoperta fino al 2010, quando per scelta lascia la carica per candidarsi a segretaria provinciale del PD di Napoli.

È in questi anni, al governo della città di Napoli, che Valeria Valente consolida la sua competenza in tema di politiche di pari opportunità, occupandosi di mainstreaming ed empowerment di genere, di politiche antidiscriminatorie e di promozione di azioni positive per la rappresentanza paritaria e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; creando ex novo un servizio dedicato alle pari opportunità, all’interno dell’amministrazione comunale partenopea; facendo adottare in Giunta il piano strategico per le Pari Opportunità, oltre a istituire il forum per le Pari Opportunità, e il tavolo interistituzionale per le politiche di contrasto e prevenzione alla violenza sulle donne.

Ora la Valente ha deciso di candidarsi alla carica di sindaco della Città di Napoli e la nostra testata l’ha incontrata per sottoporle alcune domande.    Valeria Valente

Consigliere, Assessore al Turismo con la Giunta Jervolino oggi Deputato ora Sindaco, perché?

La politica è sempre stata una mia grande passione: mi sono avvicinata a questo mondo durante l’età adolescenziale avviando un percorso che oggi mi porta a scendere in campo per Palazzo San Giacomo. La candidatura alle primarie del centrosinistra per Napoli è frutto di una scelta meditata, nata dall’esigenza di rappresentare una generazione, la mia, che ha voglia di affermarsi, mettendoci la faccia.

La sua candidatura è stata sollecitata dalla Segreteria Nazionale del Partito qual è il motivo?

La mia candidatura è sostenuta prima di tutto dai 1200 che l’hanno sottoscritta. Poi, sicuramente, il mio profilo interpreta compiutamente la fase che stiamo vivendo, il presente. Il mio obiettivo è dare una voce corale al Pd, affinché il partito possa essere più competitivo in uno scontro finale con De Magistris e Lettieri. Non è un caso il fatto che stia utilizzando il noi e non l’io. Voglio trasmettere l’idea di un gruppo che, unito, lavora in funzione di un traguardo: governare la città di Napoli.

Sarracino ha dichiarato che lui è come Bassolino nel ’93 senza nessuna esperienza amministrativa quindi se c’è riuscito Bassolino, perché non lui?

La passione di Sarracino mi sta colpendo molto. Raccogliere le firme e riuscire a presentarsi come candidato alle primarie del centrosinistra per il comune di Napoli credo che, per lui, rappresenti già un’importante vittoria. Onestamente, però, non ci si può improvvisare per fare il sindaco della nostra città.

Sempre Sarracino, di Valeria Valente, ha dichiarato che sta facendo un’operazione da presunta maggioranza del partito cosa risponde?

Credo che essere favoriti sulla carta non sia sufficiente. Il Partito democratico a Napoli conta 2800 iscritti. Eppure, alle primarie del 2011 hanno votato circa 40mila persone. Di fatto è materialmente impossibile controllare un flusso così ampio di elettori attraverso presunte “operazioni di partito”.

La città sta vivendo un momento difficile con i vari eventi di camorra che si stanno verificando in quest’ultimo periodo, cosa può fare come Sindaco?

Troppi quartieri in questi cinque anni sono stati abbandonati ad un triste destino, tralasciandone le criticità. Penso a Forcella, Scampia, Ponticelli: zone della città completamente dimenticate in cui occorre un’incisiva azione di riqualificazione. Le forze dell’ordine da sole non bastano. E’ necessario riempire nuovamente questi luoghi di Napoli, quasi del tutto deserti, popolandoli con attività produttive e commerciali.

Qual è la sua idea sulla periferia della città e come intende intervenire?

Dobbiamo ridare vitalità a queste zone e farle sentire parti integranti e funzionali della città. Per questo credo che si debba avviare un dialogo con le forze economiche e produttive di Napoli affinché si possa, in sinergia, avviare un processo di rilancio delle periferie. Da sindaco lancerò il più grande piano di recupero urbano che Napoli abbia mai visto, utilizzando risorse pubbliche e private.

Una delle grandi incompiute a Napoli è la questione Bagnoli, cosa farà?

Innanzitutto il primo passo è sostenere il lavoro che sta portando avanti il commissario Nastasi. L’amministrazione comunale deve riacquisire il ruolo da protagonista tornando a sedersi in cabina di regia. L’atteggiamento di chiusura assunto da De Magistris fa solo male alla città e non risolve tale annosa questione.

Qual è la critica che muove all’operato di de Magistris?

L’errore più grande di De Magistris è stato isolare Napoli, gettandola in una profonda solitudine. Il sindaco non ha saputo mediare e ha preferito chiudere ogni forma di dialogo con le istituzioni, locali e centrali. Insomma, De Magistris ha fatto tutto quello che un primo cittadino non dovrebbe assolutamente fare per il bene della sua città.

Per quanto riguarda le Municipalità, nate per avvicinare l’amministrazione al territorio, ha già un progetto rispetto a quello che ha fatto de Magistris?

Voglio lavorare insieme con le Municipalità, riconoscendole maggiore autonomia sulla base del riassetto degli enti locali voluto dalla legge Del Rio. Il primo passo è costruire insieme una programmazione partecipata, su tutte le tematiche di interesse del Comune di Napoli e dei comuni confinanti, senza aspettare la legge nazionale. Immagino un programma di iniziative con differenti modalità operative e target di riferimento, tutte volte al raggiungimento di un identico, preciso obiettivo: rendere Napoli più attrattiva per il turismo e gli investimenti. Perciò penso di concertare con le municipalitá un piano straordinario per il recupero di 50 piazze, cinquanta strade e 50 aree verdi in 5 anni.

 Quali saranno lei sue prime azioni come Sindaco, se dovesse essere eletta, e su cosa intende intervenire da subito?

Il mio primo impegno sarebbe per gli edifici scolastici: massima attenzione alla messa in sicurezza delle scuole. Poi promuoverei un programma volto a migliorare la vivibilità nella città. Napoli deve riappropriarsi del suo mare diventando una smart city pienamente europea: dinamica, funzionale, efficiente, sicura, moderna. Immagino, in cinque anni, una città dal volto nuovo dove bambini, studenti, lavoratori, anziani, possano vivere una vita più semplice.

Le donne da un Sindaco donna si aspettano qualche attenzione in più alle problematiche delle donne e delle famiglie quali sono le sue idee?

Napoli deve sicuramente diventare una città più attenta alle problematiche femminili e familiari. Penso ai numeri sulla dispersione scolastica, alle baby gang, ai ragazzi che emigrano per trovare lavoro. Fenomeni che impoveriscono e svuotano la nostra città, devitalizzandola. Senza dubbio un approccio determinato e pragmatico, tipicamente femminile, può rappresentare una grande possibilità per Napoli.

Lei ha dichiarato che vorrebbe una Napoli metropoli europea, questo come può avvenire e lei come intende impegnarsi e quali strumenti utilizzerà per far si che si verifichi?

Abbiamo perso una miriade di risorse europee sulla programmazione 2007-2013 e viaggiamo già con due anni di ritardo sulla programmazione 2014-2020. Mi riferisco a grandi progetti approvati e finanziati, mai partiti. Ogni centesimo non speso è un’opportunità di crescita che Napoli ha perso e continua a perdere. Per questo urge una cabina di regia per avere una maggiore cognizione di questi fondi, un masterplan che ci permetta di recuperare il tempo perduto e sfruttare ogni risorsa in un’ottica di sviluppo per la nostra città.