San Giovanni insiste, Via la Q8
Forti rischi salute di nella zona di San Giovanni a Teduccio. I medici attestano un incremento di malattie, mentre i residenti protestano
[ads1] Una situazione preoccupante si presenta nella zona di San Giovanni a Teduccio, luogo in cui si eleva un’ampia protesta all’assemblea pubblica, promossa dal Comitato civico San Giovanni Coalizione Stop Biocidio e Forum Diritti e Salute.
Nella sede del Consiglio municipale, sono intervenuti in massa una moltitudine di movimenti, insieme ad un elevato numero di persone, stanche di vivere in questo luogo altamente inquinato.
Il quartiere si presenta ad oggi come una delle sone maggiormente inquinate, determinando tumori alla vescica o all’utero, casi di mieloma, malformazioni, infertilità.
Gli esperti intervenuti, tra cui il presidente Isde Napoli Giuseppe Comella e l’uro- andrologo esperto di patologia ambientale, Luigi Montano, parlano di una forte correlazione tra l’inquinamento e l’insorgenza di particolari tipi di patologie tumorali o l’infertilità nelle popolazioni esposte.
A partire dal 1999 l’ex centrale termoelettrica Enel Napoli- Levante viene venduta alla Tirreno Power Spa. Nel 2004, la società avvia la procedura per costruire la nuova centrale turbogas di Vigliena ottenendo la non assoggettabilità. Viene poi sollevata un’interrogazione parlamentare dall’ onorevole pentastellato Luigi Gallo, tuttavia priva di conseguenze. Poco distanti dalla centrale, la Darsena Petroli e lo smaltimento di carburanti, il dragaggio e l’ampliamento del porto per far spazio al nuovo Terminal di Levante.
Ma il quartiere non si rassegna. Infatti in questo luogo qualcuno vuole rompere il silenzio, manifestando a tutti il grande disagio che questa zona di Napoli deve sopportare, compromettendo la loro salute. Chiedono un incontro in Prefettura, la delocalizzazione definitiva della Q8, uno screening sanitario di massa inerente all’area orientale e industriale della città di Napoli, un tavolo di confronto sull’allargamento dell’area portuale e provvedimenti di messa in sicurezza o bonifica delle aree contaminate già individuate. Ma soprattutto, ad oggi la popolazione chiede di essere ascoltata, di abbattere quel muro dell’indifferenza che in queste situazioni si è sempre tendenti a creare, pur di non vedere e lasciare che le persone vivano in condizioni pietose.
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