Colpo al clan Moccia: 57 arresti e sequestri per 150 milioni
Colpo al clan Moccia: il maxi blitz contro il clan ha portato a 57 arresti e al sequestro di beni pari al valore di 150 milioni di euro
È scattato questa mattina all’alba il maxi blitz che ha inferto un duro colpo al clan Moccia di Afragola nell’ambito delle indagini sugli appalti dell’Alta velocità condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, in azione congiunta con il Gico della Guardia di Finanza di Napoli e del Ros dei carabinieri.
Sugli indagati pesano a vario titolo le accuse di associazione mafiosa, estorsione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, auto riciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, ricettazione, favoreggiamento e reati aggravati dalla finalità di agevolare un gruppo mafioso.
Dei 57 arrestati: 36 sono in carcere sotto misura cautelare; 16 sono ai domiciliari; 5 hanno ricevuto il divieto temporaneo di esercitare attività d’impresa.
Inoltre, sono stati sequestrati beni mobili, immobili e quote societarie per un valore complessivo pari a 150 milioni di euro.
Il clan Moccia aveva esteso la sua egemonia oltre i confini partenopei, arrivando persino a Roma. Il clan – al cui vertice ci sarebbero i fratelli Angelo, Luigi e Antonio Moccia e il loro cognato Filippo Iazzetta – era riuscito ad ottenere il controllo nel settore degli olii esausti di origine animale e vegetale, nel settore degli appalti della Rete ferroviaria italiana (Rfi) e dell’Alta Velocità di Afragola.
Le attività illecite sarebbero state agevolate da un gruppo di imprenditori e da personalità politiche legati al clan. Tra i destinatari delle misure cautelari figurano: due funzionari di Rfi accusati di corruzione, Salvatore Maisto e Stefano Deodato; il consigliere comunale d’opposizione di centro-destra di Lecce, Andrea Guido, il quale avrebbe favorito gli appalti; l’ex consigliere comunale di Bari, Pasquale Finocchio, accusato di traffico di influenze.
Entrambi i politici durante il periodo di carica avrebbero agito in modo tale da favorire l’affermazione in Puglia del potere economico-criminale del clan Moccia.
Fonte: QUOTIDIANONAZIONALE e ILMATTINO.it
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