Omofobia, aggredisce coppia in stazione dopo un bacio: filmato l’aggressore
Due ragazzi sono stati vittime di un’aggressione omofoba dopo un bacio innocente in stazione. Un amico filma l’aggressore
L’ennesima aggressione violenta, ancora una volta per un palese e manifesto sentimento di odio. È avvenuta a Roma lo scorso 26 febbraio, ma il video è stato reso pubblico soltanto ora per facilitare l’iter legale. Due ragazzi erano tranquillamente in stazione, ma dopo un bacio innocente hanno dovuto fronteggiare l’ira incontrollata di un uomo. “Ma non vi vergognate?“, grida l’aggressore prima di scagliarsi sui due ragazzi a suon di calci e pugni. L’ennesimo caso di omofobia, problema dilagante e, purtroppo, incontrollato allo stato attuale.
Aggressione omofoba a Roma: la denuncia
A denunciare l’accaduto è stato Rosario Coco, referente dell’associazione Gaynet Roma, il quale ha anche pubblicato un video che mostra l’aggressione.
“Denunciamo con sgomento – scrive Coco in un comunicato pubblicato sulla pagina Facebook di Gaynet Roma – l’aggressione subita da Jean Pierre Moreno, rifugiato e socio dell’associazione, presso la stazione dei treni di Valle Aurelia in Roma, che stiamo seguendo grazie al supporto legale di Rete Lenford. I fatti si sono svolti lo scorso 26 Febbraio intorno alle 21:00 e sono stati resi noti solo ora per agevolare l’iter legale“.
“Una persona – continua, raccontando l’accaduto – ha visto Jean Pierre baciarsi con il compagno mentre aspettava il treno, ha attraversato ben due binari da una banchina all’altra e si è presentato davanti ai due dicendo ‘non vi vergognate?‘. Sono seguiti calci, pugni e percosse, quasi per miracolo senza gravi conseguenze fisiche, nonostante la violenza con cui il soggetto si è scagliato, come si vede nel video girato da un amico della coppia che si trovava con loro. Anche il compagno di Jean Pierre è stato colpito marginalmente e ha sporto denuncia“.
Coco: “L’iter non è stato facile, la polizia non comprendeva il movente omofobo”
Come scrive Coco, la polizia ha faticato nel comprendere l’omofobia alla base dell’aggressione. “Sfortunatamente – prosegue – l’iter con le forze dell’ordine non è stato facile. La polizia ha faticato a comprendere il movente omofobo. È servita una integrazione della denuncia per mettere nero su bianco la richiesta di recuperare i video delle telecamere di sicurezza, che proverebbero la dinamica dei fatti. Attualmente non sappiamo ancora se le immagini saranno recuperate, poiché vengono distrutte ogni 7 giorni e questi passaggi hanno determinato una notevole perdita di tempo”.
“Attendiamo adesso – conclude – il pronunciamento del pubblico ministero su quanto accaduto, auspicando che si faccia tutto il possibile per l’identificazione dell’aggressore e per classificare questo reato nel miglior modo possibile secondo gli attuali strumenti giuridici. La legge Zan, in attesa di approvazione definitiva al Senato, avrebbe certamente imposto alle autorità di accertare sin da subito l’eventuale movente dei fatti sulla base dell’odio omotransfobico. Quanto accaduto è purtroppo ormai parte di una quotidianità intollerabile in un Paese europeo che dice di guardare all’europeismo delle istituzioni UE ma si ritrova nei fatti una cronaca degna della repressione che vediamo in Polonia. L’approvazione finale della legge sia quindi una prima ed efficace risposta all’enorme ritardo dell’Italia in tema di diritti civili delle persone LGBTI“.
Omofobia: Il video dell’aggressione
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