Il nuovo messale entrerà in vigore domenica prossima per un periodo di prova, per poi diventare obbligatorio a partire dal 4 aprile 2021, giorno nel quale cade la Santa Pasqua.
Padre nostro – Si tratta della modifica più “nota” e discussa, dal momento che se ne parla da tempo. Nulla di sostanziale per la preghiera cardine della fede cristiana, quanto piuttosto di una traduzione più accurata del testo originale in greco antico del Vangelo di Matteo (6,13). Così, quel “e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male” diventerà: “Non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male”. E, sempre per attenersi maggiormente al testo greco, quando si dice “e rimetti a noi i nostri debiti”, verrà poi aggiunto un “anche”: “Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
Gloria – Non si reciterà più “pace in terra agli uomini di buona volontà”, ma “pace in terra agli uomini, amati dal Signore“: la modifica è stata introdotta per ottenere una traduzione che si avvicini di più al significato del verbo greco originale, “eudokéo”.
Kyrie – Sempre per fedeltà al testo evangelico originale, nelle celebrazioni verranno privilegiate le invocazioni greche “Kýrie, eléison” e “Christe, eléison” rispetto alle traduzioni in italiano “Signore, pietà” e “Cristo, pietà”.
“Fratelli e sorelle” – La modifica è introdotta al fine di ottenere una maggiore inclusività. Il sacerdote dovrà rivolgersi ai fedeli esclusivamente con la formula “a voi fratelli e sorelle”
Infine, la nuova formula del congedo al termine della messa: non più “andate in pace”, bensì “andate e annunciate il Vangelo del Signore”.
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