Matrimonio riparatore: 39 anni fa la sua cancellazione
Matrimonio riparatore: il 5 agosto di 39 anni fa veniva cancellato dalla legislazione italiana, attraverso una modifica dell’art 544 del codice penale
Il matrimonio riparatore era una “pratica” cui poteva ricorrere lo stupratore per sottrarsi alla perseguibilità. Venne abolito solo 39 anni fa ed era previsto nel codice penale italiano e regolato dall’articolo 544 che così recitava: “Per i delitti preveduti dal capo primo e dall’articolo 530, il matrimonio che l’autore del reato contragga con la persona offesa estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali”.
Il matrimonio riparatore estingueva il reato di stupro – tra l’altro reso reato contro la persona e non contro la morale solo nel 1994 – ed era spesso richiesto dai genitori della vittima. Solo questa malsana pratica poteva, infatti, cancellare il disonore subito. Perché a perdere l’onore era solo la vittima e non lo stupratore.
Del 5 agosto è anche la legge 442 promulgata da Sandro Pertini che cancella l’articolo 587, che prevedeva sconti per la pena in caso di delitti d’onore.
Franca Viola: la prima donna a dire no
La prima donna a ribellarsi al matrimonio riparatore fu Franca Viola. Divenuta un simbolo dell’emancipazione delle donne, la giovane Franca Viola fu rapita a soli 17 anni da Filippo Melodia, al tempo suo fidanzato. Con l’aiuto di 12 amici, Melodia devastò l’abitazione dove abitava la giovane e aggredì la madre.
Franca viola su violentata ripetutamente, malmenata e lasciata a digiuno. Per 8 giorni fu rinchiusa all’interno di un casolare e poi spostata presso l’abitazione della sorella di Melodia. Il giorno di Capodanno, il padre della ragazza fu contattato dai parenti di Melodia per la “paciata”, ovvero per un incontro volto a far accettare ai genitori di Franca il matrimonio tra i due. Il padre e la madre di Franca, d’accordo con la polizia, finsero di accettare le nozze riparatrici ma il giorno successivo, 2 gennaio 1966 la polizia intervenne all’alba facendo irruzione nell’abitazione, liberando Franca ed arrestando Melodia ed i suoi complici.
Franca avrebbe dovuto secondo la morale del tempo, accettare il matrimonio riparatore e salvare l’onore della famiglia, ormai macchiato. Diventò, invece, con il suo “no” un simbolo per tutte le donne vittime di violenza sessuale.
Una realtà ancora troppo vicina
Le nozze riparatrici e il delitto d’onore sono stati uno strumento di oppressione femminile, che limitava la libertà della donna in ambito sessuale e sentimentale. Pratiche che mettevano in luce la donna solo come oggetto (e non come essere umano) da poter essere usato a proprio piacimento e per i propri scopi.
Che questi strumenti di oppressioni siano stati, purtroppo, aboliti neanche mezzo secolo fa, fa comprendere perché ancora oggi ad ogni notizia di violenza contro le donne ci siano sempre individui pronti a colpevolizzare la donna per come era vestita, perché camminava da sola di notte o perché aveva bevuto, perdendo di vista il vero colpevole: lo stupratore.
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