Sindaco Gori: “Per ogni deceduto di covid ne muoiono altri tre in casa”
È l’allarme lanciato dal sindaco Giorgio Gori che spiega come la quarantena sia un’arma a doppio taglio per molte famiglie
In una videochiamata con il sindaco di Bari Antonio Decaro, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, ha lanciato un allarme sulla quarantena forzata: «I numeri sono la rappresentazione della capacità di fare diagnosi e cura ma non della effettiva diffusione della malattia che è molto superiore».
Perché succede?
Come spiega Gori, purtroppo sono ormai giorni che non si possono ospedalizzare tutte le persone che presentano sintomi più o meno gravi e chi degenera purtroppo sta morendo a casa:
“…molte più di quante vengano contabilizzate ogni giorno per il virus.
Ho fatto una ricerca mettendo insieme il dato del mio Comune e di altri 12 con i dati dell’anagrafe sui morti e il rapporto è di quattro a uno: per ogni persona che risulta deceduta con diagnosi di Coronavirus ce ne sono altre tre per le quali questo non è accertato ma che muoiono di polmonite.
Si dice che in provincia Bergamo ci sono 6216 contagiati, ma sono soltanto gli ammalati in gravi condizioni che arrivano in ospedale a cui viene fatto il tampone, se però avete sintomi ma respirate, i medici dicono di stare a casa, nessuno vi fa il tampone e non entrate nelle statistiche.
Le misure che coinvolgono i cittadini siano prese sul serio.
Il fatto che lì non ci siano centinaia di morti tutti i giorni non è una buona ragione per andarsene a spasso e prendere le cose alla leggera.
Noi paghiamo di aver pensato che si potesse vivere normalmente ancora a inizio marzo, e invece questa cosa non si poteva fare e non si può fare a Bari, Palermo e Roma se si vuole che questa cosa si fermi”.
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