Whirlpool di Carinaro, passi avanti sulla proposta Guidi
Che ci sia crisi è cosa ormai nota, com’è noto chi finge di non soffrirne. I fatti di legati alla Whirlpool di Carinaro è un esempio lampante, non solo di crisi ma, di come sia (e lo sarà sempre) il territorio napoletano a perderci le penne
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La chiusura della fabbrica Indesit nella cittadina in Provincia di Napoli ha smosso la coscienza di tutti; al cuore di questo territorio hanno fatto male anche le parole, di qualche giorno fa, dell’Amministratore Delegato della stessa Whirlpool affermando che “per l’Indesit di Carinaro non c’è futuro“. Parole non forti, ma pesanti visto che la chiusura della suddetta fabbrica ha comportato il licenziamento di circa 600 operai (alias 600 famiglia senza stipendio).
Il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, avrebbe definito “provocatoria la chiusura di Carinaro” e – secondo fonti sindacali – avrebbe espresso parere positivo al percorso annunciato dal Ministro allo Sviluppo Economico, Federica Guidi, “con una precondizione che è quella della non chiusura di Carinaro“.
Però i suddetti operai non sono rimasti con le mani ferme, anzi, hanno saputo organizzarsi per difendere i loro diritti.
Questa mattina in 600 sono partiti da Carinaro per raggiungere Roma con l’intento di incontrarsi col Ministro Guidi.
Azienda e Sindacati hanno accolto in maniera favorevole la proposta del Ministro dello Sviluppo Economico di avviare un confronto senza pregiudizi sul piano industriale Whirlpool, incluso lo stabilimento di Carinaro.
La notizia è stata riferita da una nota del Mise al termine dell’incontro tra le parti sociali e l’azienda; il tavolo, però, riprendere mercoledì prossimo e proseguirà il 5 e 8 maggio.
NEL DETTAGLIO
Con una nota il Mise spiega la riunione di questa mattina. All’incontro hanno preso parte anche il Sottosegretario al Ministero del Lavoro, Teresa Bellanova, e 130 rappresentanti delle istituzioni locali dell’azienda, dei sindacati, di Confindustria e di Federmanagaer; in più il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, Il Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, l’Amministratore Delegato di Whirlpool, Davide Castiglioni ed esponenti della Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Ugl-Metalmeccanici e Uilm-Uil.
Ecco quando dichiarato dalla Segretaria Nazionale Fiom, Michela Spera e Gianni Venturi, responsabile Fiom elettrodomestici: “Come Fiom prendiamo atto che l’azienda ha riconfermato la propria disponibilità a discutere su tutti gli elementi del piano senza pregiudiziali. Per noi è necessario che per risolvere questa vertenza si trovi un accordo che preveda soluzioni per tutti i siti e per tutti i lavoratori coinvolti”. In una nota successiva all’incontro: “I lavoratori sono uniti nella mobilitazione, come dimostra il fatto che l’incontro di oggi si è svolto con i lavoratori di tutti gli stabilimenti del gruppo in sciopero“.
Al termine dell’incontro è intervenuto anche Castiglioni, admin della Whirlpool: “Per noi questo resta il miglior piano industriale possibile per dare continuità in modo sostenibile, oggi abbiamo dichiarato l’apertura al confronto su tutti i punti del piano, anche su Carinaro, è un piano serio che deve concretizzarsi in tempi non infiniti“.
Giovanni Sgambati, Segretario Uilm della Campania, ha spiegato: “Gli unici spiragli che si sono aperti nella trattativa di oggi sono legati alla disponibilità dell’azienda a trattare senza pregiudiziali, ma manterremo le iniziativa di lotta ben oltre le dodici ore di sciopero già annunciate – precisando che – l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Carinaro è una delusione – continua a spiegare il Segretario della Uilm Campania – Acquisiamo da governo e azienda che il piano presentato è un punto di partenza, ma l’azienda deve essere chiara bisogna dire che non ci sono pregiudiziali a cambiare. Per noi se non si rivede subito il piano si alzerà la mobilitazione e lo scontro“, ha aggiunto Marco Bentivogli, segretario generale Fim-Cisl nel suo intervento. Il sindacalista ha sottolineato che “il piano deve prevedere la sostenibilità sociale e occupazionale del 2013: non ci possono essere scorciatoie“.
In sostanza il piano proposto dal Ministro Guidi, prevede investimenti per 500 milioni in quattro anni ma anche 1350 esuberi, da fare dopo il 2018, e la chiusura di due stabilimenti e un centro ricerca. Speriamo che tutto questo bel parlare non riempia solo la bocca.
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