9 Aprile 2017

Viti su vertebra sbagliata: Cardarelli costretto a risarcire 100 mila euro

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Viti sulla vertebra sbagliata: donna operata nel 2012 al Cardarelli di Napoli ottiene un risarcimento di 109 mila euro…

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Vittima di un caso di malasanità, una signora ischitana di 62 anni, che nel 2012 fu operata al Cardarelli alla colonna vertebrale. La donna ha ottenuto dal tribunale civile di Napoli un risarcimento di 109 mila euro. Il chirurgo che la operò le infisse due viti nella vertebra sbagliata.

La vicenda inizia il 23 marzo 2012 quando la signora, in seguito ad una caduta, viene ricoverata all’ Ospedale Rizzoli. Qui i sanitari le riscontrano la frattura della vertebra dorsale L2. Viene disposto il trasferimento in eliambulanza  al Cardarelli, presso l’unità operativa complessa di neurochirurgia d’urgenza.

Qui viene sottoposta a due tac: dalla prima emerge che ad essere fratturata è la vertebra L1. I sanitari replicano l’ esame diagnostico, scoprendo che l’ errore è stato determinato da una malformazione congenita della colonna vertebrale della signora e che la vertebra interessata è proprio la L2. Si decide, così, di portare la paziente in sala operatoria. Occorre stabilizzare la colonna vertebrale con barre laterali sostenute da 4 viti, che devono essere applicate nelle due vertebre soprastanti e sottostanti quella danneggiata. Dopo l’ operazione, avvenuta il 25 maggio, la signora continua, però, ad avvertire dolori lancinanti.

Il 28 maggio una tac di controllo mette in luce l’ errore:  le erano state infisse due viti nella vertebra sbagliata, ovvero in quella fratturata anziché in quella sana. Tuttavia la signora non viene informata, anzi, pochi giorni dopo viene dimessa. Una volta a casa continua a stare male, così sceglie di recarsi da uno specialista a Perugia che, finalmente, le dice tutta la verità. La paziente allora si rivolge al chirurgo da cui è stata operata, il quale le propone un trattamento conservativo oppure un nuovo intervento.

La donna, a quel punto, chiede i danni e, dopo un tentativo di accordo sfumato con l’assicurazione dell’Azienda ospedaliera, la questione finisce in tribunale. Il consulente tecnico di ufficio, nominato dal giudice, dopo aver esaminato referti, cartella cinica e paziente conclude attestando l’ evidenza dell’ errore chirurgico commesso nell’ individuazione delle vertebre.

Il medico, responsabile nel 2012 dell’ unità operativa, avrebbe adottato una condotta di omessa vigilanza, non adottando alcun accorgimento prima di dimettere la donna, nonostante la tac avesse evidenziato l’ errore commesso. Alla paziente, che ha continui dolori e problemi di deambulazione, il Giudice ha riconosciuto un danno biologico del 27%. Le è stato quantificato un risarcimento pari a 109 mila euro. L’ Ospedale ha deciso di rivalersi sul chirurgo e sul responsabile dell’unità di neurochirurgia complessa, chiedendo a ciascuno una somma di 44 mila euro.

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