Virus PC a Napoli: più di 800 persone spiate
Intercettazioni e traffico illecito di dati all’estero, accesso a inchieste riservate e più di 800 persone controllate: anche la Procura di Napoli bersaglio dei virus spia
Materiale e dati strettamente confidenziali che diventavano alla portata di tutti, o quasi. Sarebbe questo l’altro lato della medaglia della piattaforma informatica Exodus, un sistema che si avvale di veri e propri virus spia per le indagini.
L’inchiesta, che è terminata con gli arresti domiciliari dei responsabili della società proprietaria di Exodus, E-surv, ha messo in luce un retroscena preoccupante. Il sistema informatico, concepito e venduto alle Procure italiane, compresa quella di Napoli, si avvaleva di un Trojan, un particolare tipo di malware che viene installato su dispositivi elettronici quali PC e smartphone. Il virus, una volta entrato nel sistema in oggetto, riusciva a carpire qualsiasi tipo di informazione riguardo la vita relazionale del proprietario.
Spesso il virus era installato tramite applicazioni ad hoc regolarmente scaricate dagli store. In questo modo era possibile intercettare chiamate, sms, visualizzare foto, rubrica ecc dai dispositivi dei sospettati, sfruttando un bug dei sistemi operativi Windows e Android. I dati così raccolti nel corso di indagini dalle varie Procure sono, però, stati divulgati.
Sarebbero almeno 898, stando a quanto riportato da Il Mattino, i bersagli dei virus, di cui circa 234 persone intercettate senza alcuna autorizzazione giudiziaria, molti dei quali probabilmente volontari, una sorta di tester.
Mentre si continua ad indagare sulla natura e la portata dei dati trasferiti all’estero dalla nostra procura, sono stati sequestrati i dispositivi informatici presenti nelle società per cui E-surv lavorava.
Fonte Il Mattino
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