26 Ottobre 2019

Via Marina: lavori infiniti, tangenti e collusione

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Gli interminabili lavori di via Marina sono colpa della camorra e dell’imprenditoria e del loro rapporto perverso. Le indagini del gip parlano chiaro

I lavori di via Marina sembrano non volgere al termine. La colpa sembra essere attribuibile al rapporto perverso che esiste tra camorra e imprenditoria.

Sono le indagini condotte dai pm Antonella Fratello e Henry John Woodcock, sotto il coordinamento dell’aggiunto Giuseppe Borrelli, a fare luce sulla vicenda.

Come riportato da Il Mattino, ecco quanto dichiarato dal Gip Alessandra Ferrigno:

Un «rapporto perverso tra imprenditoria e camorra». Si inizia accettando la richiesta estorsiva, poi si accetta qualunque tipo di avance. Mai al ribasso. Anzi, sempre più esosa. Passano i mesi, gli anni, si succedono i «sal» (stati di avanzamento dei lavori) del Comune, si attendono i soldi pubblici (Regione, fondi europei): se va bene, assumi un ruolo privilegiato, «blindato»; se va male, lasci tutto e te ne vai.

Molli il cantiere, giri le spalle e la lunga arteria che porta a Napoli est e alle autostrade del sud resta nelle condizioni in cui si trova oggi: un cantiere eterno, immobile, costoso e velenoso per chiunque ci passi accanto.

Un rapporto perverso, perché la camorra, che pretende cifre enormi sul valore dei lavori, è poi in grado di garantire all’imprenditore protezione, di assicurargli una posizione privilegiata per quei lavori”.

Queste indagini hanno portato all’arresto di Carmine Montescuro, punto di incontro di ben otto capi di clan differenti che riusciva a mettere in accordo con grande maestria.

C’è di più. Di questo sistema sono stati vittime tanti imprenditori costretti a pagare tangenti elevatissime, con il benestare dei direttori dei lavori che erano a conoscenza della vicenda e non denunciavano alle autorità.

I lavori di via Marina continuano a restare sotto le luci della ribalta.

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