27 Maggio 2020

Vaccini, situazione epidemica, prospettive, facciamo il punto sul virus

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L’Italia riparte nel segno dell’ottimismo che è fondamentale per l’umore della popolazione ma l’eccesso potrebbe far sottovalutare una situazione molto delicata sul virus

Il virus della cattiva informazione – “Gianni! L’ottimismo è il profumo della vita”, recitava uno spot che aveva preso spunto dalle parole di Tonino Guerra, poeta e scrittore morto nel 2012.

In questi tre mesi di coronavirus però ci siamo aggrappati tanto all’idea di ottimismo tanto da trasformalo quasi in speranza, fino a che il covid ci ha sbattuto in faccia e con tutta la violenza la nuda e cruda realtà dei fatti.

E a distanza di tre mesi dall’inizio del caos, potremmo tranquillamente parlare di “cautela” come profumo della vita.

Nonostante il paese sia sempre e costantemente diviso in fazioni, gli ottimisti e i pessimisti, i pro vax e i no vax, l’informazione ha il dovere di chiarire, con studi e ricerche, i punti fondamentali cercando di fare chiarezza e offrire una notizia completa che sciolga ogni dubbio.

Perché su temi come vaccini, calcolo sui decessi, studi epidemiologici se ne è parlato con superficialità anche troppo.

Questo a causa anche e soprattutto di politica, opinionisti e cattiva informazione che hanno come sempre, approfittato della confusione generale per tirare l’acqua al proprio mulino.

E allora mettiamo da parte allarmismi e ottimismi e cerchiamo di fare un’analisi obiettiva di ciò che stiamo affrontando e quello che affronteremo nel prossimo futuro.

Il virus

Possiamo chiedere a chiunque oggi ad esempio cosa sia il coronavirus o covid e come si muova.

Potremmo anche chiederne i dati e tutti, chi più chi meno, con metodologia da panchina al bar, dirà la sua.

Con confusione, con la presunzione di “sapere”, perché ha letto, perché ha visto.

Infine offrirà all’interlocutore il proprio parere che sia appunto, negativista o positivista.

Sia chiaro, non è una colpa avere un parere “diverso” da qualcuno, purtroppo però questi pareri sono per lo più figli di quell’informazione che ha elargito sommariamente, degli pseudo dettagli in merito al virus.

Perché sembra un’assurdità ma di questo virus si conosce davvero poco e questo non perché gli scienziati si stiano grattando la pancia nei laboratori, piuttosto per uno studio reale di un virus di questa portata, ci vuole cautela e molta molta analisi.

Ecco perché non si parla di mutazione, depotenziamento o di future nuove ondate.

Semplicemente perché del covid si conosce poco.

Gli opinionisti che sono più o meno professionisti del settore, vengono scelti dai produttori dei talk show in base a vari aspetti, per proprio piacimento, purché “accentuino l’uno o l’altro aspetto”, o ancora semplicemente se la “linea ideologica” è stata già presa, pompando costantemente quell’idea per giorni.

Gli opinionisti possono dare un parere in merito ad una domanda lecita ma purtroppo è davvero poco.

Questi possono anche sbagliare naturalmente, in questi mesi abbiamo avuto l’esempio di come un parere possa essere totalmente spazzato via nel giro di qualche settimana.

L’errore più grande viene però da chi prende quel pensiero e lo fa suo solo per un “gradimento” o per un interesse.

Per ogni parere, ce ne sarà sempre un altro uguale e contrario, la tv ci insegna.

Dunque:

  • Il virus non è scomparso, non sta scomparendo;
  • Non sappiamo se ci sarà una seconda ondata e questo non dipende da quante persone indossano mascherine e guanti perché i dispositivi che abbiamo imparato a conoscere in queste settimane, hanno il compito di “limitare” e non “neutralizzare”;

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  • Il virus non si è “depotenziato” semplicemente perché non esistono evidenze scientifiche in merito a questa teoria;
  • Non ci sono evidenze scientifiche sul caldo che bloccherebbe il virus;
  • Non c’è un vaccino, sono solo in corso studi per “trovarlo”:
  • Youtube non è un laboratorio di ricerca, l’errore sull’Avigan ne è un esempio lampante;
  • Remdesivir, Tocilizumab, Plasma sono delle “cure” in fase di studio, rientrano nello schema “prevenzione” e non sono da intendersi come “la cura” che potrebbe spazzare via il coronavirus;
  • Prevenzione vuol dire anche distanziamento fisico, mascherine e guanti, più attenzione all’igiene personale.

I numeri

Particolare attenzione tra ottimisti e catastrofisti viene data ai numeri di questa pandemia.

Attualmente in Italia tutto ci lascia pensare che il peggio (almeno per ora) sia passato ed effettivamente è così ma bisogna rimanere “razionali” senza lasciarsi trasportare troppo verso la luce o verso le tenebre dietro l’angolo.

I dati attualmente così come sono li vediamo alla rinfusa, tanti e di scarsa qualità.

Gioco fondamentale è stato svolto dalla protezione civile che ha diramato per settimane dati confusionari e poco esplicativi, illudendo la popolazione che si potesse trarre una conclusione da un mero calcolo positivi/negativi – ospedalizzati/decessi.

Come per le classiche influenze, bisognerà aspettare ancora per avere un quadro completo e dettagliato sul coronavirus e trarre conclusioni dai dati (la statistica è un metodo scientifico).

Ciò che oggi possiamo fare invece, è lasciare quei dati a chi dovrà analizzarli senza addentrarci troppo, soprattutto se abbiamo poca conoscenza sull’argomento e attenerci alle linee guida del governo.

Governo che ricordiamo a onor di cronaca, assume le decisioni in base a delle direttive tecnico-scientifiche, vivendo questa nuova vita senza allarmarsi troppo o sottovalutare il pericolo.

Vaccini: a che punto siamo?

Come riporta anche uno studio su Lancet, la CanCino ha pubblicato sulla rivista risultati promettenti sul vaccino per il coronavirus.

La CanCino si trova effettivamente già alla fase 2 (le fasi della creazione del vaccino) della creazione del vaccino.

Ciò che promette bene è la formazione degli anticorpi “neutralizzanti” sui pazienti, inoltre i soggetti sottoposti al vaccino non presentano effetti collaterali (che comunque sarebbero attesi in una ricerca di adenovirus).

 

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