3 Giugno 2025

Università migliori al mondo 2025: svetta la Federico II di Napoli

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Università migliori al mondo 2025

Il Center for World University Rankings (CWUR) ha recentemente pubblicato la classifica delle università migliori al mondo 2025, valutando oltre 21.000 istituzioni globali.

Si conferma la leadership delle università statunitensi e la crescente competitività degli atenei cinesi. La situazione si fa preoccupante per l’Italia. Vediamo nel dettaglio la classifica.

Università migliori al mondo 2025: Stati Uniti in pole position, ma attenzione alla Cina

A livello mondiale, gli Stati Uniti guidano la top 10 CWUR 2025 con 8 università nelle prime dieci posizioni.

Harvard continua a dominare per il quattordicesimo anno consecutivo, seguita dall’Institute of Technology (MIT) e dalla Stanford University. Dopodiché, è la volta di Cambridge e Oxford, che si posizionano saldamente nella top 5.

Tuttavia, la classifica del 2025 porta con sé alcuni segnali preoccupanti per le università americane. Nonostante il dominio nella parte alta della classifica, gli Stati Uniti hanno visto un calo nelle prestazioni di molti atenei. Infatti, solo il 40% ha migliorato la propria posizione rispetto all’anno scorso.

In parallelo, la Cina ha visto un progresso significativo, con un numero crescente di atenei che hanno migliorato il loro posizionamento. Ora la Cina è il paese con il maggior numero di università nella classifica, superando gli Stati Uniti per numero di istituzioni in classifica.

Il declino delle università italiane nella classifica mondiale

Università migliori al mondo 2025: Il sistema accademico italiano, seppur rappresentato da ben 66 università, continua a mostrare segnali di declino. L’80% delle università italiane in classifica perde terreno rispetto al 2024. Solo 10 migliorano, mentre 53 retrocedono.

Se da un lato alcuni atenei storici, come l’Università La Sapienza di Roma e l’Università di Padova, si confermano tra i primi atenei al mondo, la maggior parte degli altri istituti italiani sta perdendo posizioni. Un dato allarmante emerge dalle università campane: l’Università degli Studi di Napoli Federico II è l’unica tra gli atenei della regione ad aver guadagnato dieci posizioni, passando dal 253° al 243° posto. Al contrario, le altre istituzioni della regione hanno registrato un calo nelle loro performance. L’Università di Salerno perde 11 posizioni, scendendo al 634° posto. La Vanvitelli passa dal 648° al 659°, la Parthenope crolla dal 1051° al 1089°, mentre l’Università del Sannio chiude la lista regionale al 1596°, in calo di oltre 30 posizioni.

La Federico II continua a rappresentare un simbolo di eccellenza accademica nel Sud Italia e non solo, guadagnando attenzione internazionale. Tuttavia, il panorama globale è sempre più competitivo, e l’Italia rischia di rimanere indietro a causa di carenze strutturali, soprattutto per quanto riguarda la ricerca scientifica. Secondo il presidente del CWUR, Nadim Mahassen, l’Italia ha bisogno di un maggiore investimento nella ricerca e in una pianificazione strategica più solida per contrastare la crescente concorrenza internazionale.

I criteri di valutazione: ricerca, istruzione e occupabilità

La classifica CWUR sulle università migliori al mondo 2025, si fonda su quattro criteri principali. Questi sono: qualità dell’istruzione, occupabilità dei laureati, qualità del corpo docente e soprattutto risultati nella ricerca, che incidono per il 40% sul punteggio finale. Quest’ultimo parametro si suddivide in vari sottoindicatori, come risultati scientifici, pubblicazioni, citazioni e influenza della ricerca.

Purtroppo, l’Italia e le sue università, comprese quelle campane, stanno perdendo terreno proprio in quest’area. I tagli ai finanziamenti pubblici e la carenza di supporto per i ricercatori sono fattori che impediscono a molte università italiane di mantenere una posizione di rilievo a livello mondiale.

L’università Federico II, pur mantenendo una posizione di prestigio tra le università italiane, deve fare i conti con un contesto accademico sempre più globale, dove la competizione si fa più agguerrita ogni anno. Mentre alcune università cinesi e statunitensi sembrano avere a disposizione maggiori risorse e supporto, molte università italiane lottano per recuperare terreno, nonostante il loro grande valore storico e culturale.

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