30 Dicembre 2022

Una mattinata di fine anno sulla spiaggia del Varca d’Oro con Adriano Falivene

“La meta è il percorso non il traguardo” (Adriano Falivene)

Varca d'oro Adriano Falivene

Al Varca d’Oro con Adriano Falivene − Un fine anno sobrio e contemporaneo ci aspetta sulla Riviera Flegrea Domizia.  Sabato 31 dicembre 2022 dalle ore 10,00, con ingresso libero, il Varca d’Oro, via Orsa Maggiore a Marina di Varcaturo proporrà un programma colorato, all’insegna del divertimento, della libertà con una bella esibizione di aquiloni, della condivisione con la moda stile vintage nel Villaggio Hippie, dello spettacolo con un ospite speciale, Adriano Falivene,  della musica con i dj Fabio Magrì, Enzo Casella, djStiv e del buon cibo con la Sagra del mare o un pranzo vista mare.

“Gnegno’s Dreams, il racconto di un clown giramondo” è il titolo dello spettacolo di Adriano Falivene (alle ore 12 circa) che delizierà con allegria ed un pizzico di ironia tutti gli amanti del mare e dell’aria aperta che vorranno concludere l’anno presso la struttura del Varca d’Oro con il pregio di avere come palcoscenico e quinte di scena le palme , la spiaggia ed un mare meravigliosi. L’attore napoletano ci svelerà il segreto, attraverso la sua performance, sul come si possono realizzare i sogni. Un ottimo proposito per cominciare il nuovo anno! 

Adriano Falivene, conosciuto maggiormente per aver interpretato “Bambinella”  nella fiction di Rai 1 “Il commissario Ricciardi” tratta dai racconti di Maurizio De Giovanni, è un attore poliedrico e versatile che ha recitato in svariati spettacoli teatrali famosi, come: “Così parlò Bellavista” regia di Geppy Gleijesies; “J come Otello” e “Come un uomo” regia di Carmen Pommella;  “Filumena Marturano” regia di Liliana Cavani, “Sogno di una notte di mezza Estate” regia di Michele Schiano Di Cola; “Dignità autonome di prostituzione” regia di Luciano Melchionna; “I Devoti di Viviani” regia di Antonella Monetti; “La Villeggiatura” riadattamento di Tato Russo e regia di Carmen Pommella; “La Cenerentola” regia di Oscar Cecchi in scena al Teatro San Carlo… 

Un uomo autentico e un attore genuino senza sovrastrutture che riesce facilmente ad entrare in contatto con il mondo che lo circonda, empaticamente. Questo gli permette di ritagliarsi ruoli differenti, specialmente quelli che mettono a nudo l’anima. Un artista di strada, di teatro e di tv. Impegnato ma con ironia, comicità e voglia di leggerezza,  amante del mimo.

Le peculiarità di Adriano Falivene mi hanno molto incuriosita e così l’ho incontrato per conoscerlo meglio.

Adriano, ho letto tanto su di te e mi ha incuriosita la tua personalità, quindi la domanda secca e spontanea è: Chi è Adriano Falivene? 

E’ un uomo cresciuto in un contesto senza schemi familiari classici che da piccolo ha cambiato spesso casa e è stato continuamente alla ricerca di punti di riferimento fissi. Difatti, oggi vivo in un camper: ho sempre sognato avere una dimora stabile! In questo modo posso girare ma senza cambiare casa.  Per fortuna intorno a me, durante la mia formazione, ho avuto alcune figure maschili di riferimento. Mio zio, da piccolissimo, m’insegnò che “le scelte che fa un ragazzo determinano l’uomo che sarà nel futuro” da quel momento ricordo di aver sviluppato un diverso concetto di “sbagliando s’impara”, da quel momento ho cercato di non sbagliare per non avere alibi. Oggi non sento ancora di essere un uomo che ha completamente realizzato il suo percorso, sono ancora e perennemente in fase di costruzione. D’altronde credo che non esista un punto di arrivo finale, vivere il presente è già una meta.

Ho letto una tua frase “La meta è il percorso non il traguardo”. Cosa vuol dire per te? Qual è il traguardo?

Se pensi alla meta spesso dimentichi come stai camminando, con chi stai camminando e quanto piacere ci metti nel camminare, tutto ciò ha già di per sé una gratificazione. Il traguardo è il presente.                                                      Se attraverso un presente sbagliato arrivi ad un bel futuro avrai sempre qualche rimpianto, saprai che ciò che hai ottenuto non è completamente vissuto e soprattutto non del tutto tuo. L’esperienza che ho vissuto da piccolo nel non aver avuto, nella mia vita, alternative e “scorciatoie” ha sviluppato in me il valore delle cose ottenute col sacrificio e con le rinunce, la consapevolezza che il mio sacrificio accompagnato dal percorso che gli altri mi hanno permesso di seguire, mi ha fatto ottenere i risultati raggiunti finora. L’interscambio e la relazione con gli altri sono stati fondamentali per la mia formazione e la mia crescita. Oggi sono ciò che sono anche grazie a ciò che gli altri mi hanno regalato.

Cos’è per Adriano la scena?

La scena è come la tela per un pittore attraverso la quale l’attore mette fuori sé stesso, è lo strumento attraverso il quale ci si può esprimere. La differenza tra la tela e la scena è ciò che si produce, la scena non è materiale tangibile è la generazione di un pensiero, di un concetto, l’elaborazione di un vissuto, di uno stato emotivo che ha la capacità di produrre un cambiamento nelle persone. Quando lo spettatore assiste ad uno spettacolo le sue emozioni vengono influenzate e questo genera un cambiamento dello stato emotivo. Una sorta di magia. 

Adriano spesso interpreta un clown. Chi è un clown?

In Italia abbiamo queste differenze: pagliaccio e clown. Il clown, a differenza del pagliaccio, è colui che riesce a suggestionare lo spettatore, trasmettendogli bellezza, poesia e leggerezza. In altre parole il clown focalizza ciò che lo spettatore sta cercando, prova a realizzare il suo sogno. Il pagliaccio fa l’esatto opposto, s’impadronisce dei sogni dell’altro per realizzare un proprio sogno.

Hai recitato in “Dignità autonome di prostituzione”, che ruoli hai interpretato?

Sono entrato in Dignità autonome nel 2010 e dopo un bel percorso sono stato praticamente “adottato dalla famiglia” di Dignità autonome. Sono entrato come “prostituta” anzi come “maîtresse”, oggi faccio parte dei quattro della famiglia che ha come riferimento unico, superiore, la punta della piramide Luciano Melchionna.  Percorso iniziato attraverso “Gnegno”, un personaggio che proviene da un altro spettacolo, con il quale ho attuato l’ultimo esperimento: ribaltare i ruoli tra l’attore e lo spettatore. 

Gnegno è il personaggio che interpreterà al Varca d’Oro Adriano Falivene il 31 dicembre?

Tempo fa dichiarasti che a Napoli mancasse un ente che tutelasse e favorisse i nuovi talenti. Credi che questa tua istanza sia ancora attuale?

Per fortuna stanno cambiando tante cose in teatro. Stanno nascendo tante nuove realtà che favoriscono il germogliare di nuovi talenti, per esempio L’Actors Lab 2 diretto da  Antonio Milo e Musidantea 2.0 di Carmen Pommella. 

Se tu potessi scegliere di essere un animale quale vorresti essere?

Vorrei essere Duncan. È il mio cane che non c’è più, era un Husky. Un cane lupo lo si potrebbe definire in maniera generica ma nello specifico Duncan era un animale nobile nel suo modo di comunicare, di giocare, sapeva accettare le regole del branco e dettare le regole, sapeva riconoscere le particolarità di chi gli si poneva di fronte: un clown. Ho sempre, anche, pensato di essere un leone, un animale che ho studiato per un personaggio. Non un leone generico ma il Panthera leo è quello che più mi rappresenta, un leone con la criniera nera. 

Bene, ora non ci resta che recarci il 31 dicembre dalle ore 10,00 al Varca d’Oro per godere delle attività previste e dello spettacolo di Adriano Falivene e ad ora di pranzo godere di uno street food o di un pranzo vista mare. (consigliata la prenotazione per il pranzo 3335754080).

Varca d’Oro via Orsa Maggiore a Marina di Varcaturo

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