5 Dicembre 2015

Un popolo in cammino: marcia anticamorra e di giustizia sociale

popolo in cammino

“Un popolo in cammino per la giustizia sociale contro le camorre”. In 2000 per dire no alla violenza, alla camorra e per chiedere verità e giustizia per le vittime innocenti – Photogallery

[ads1] Ad “Un Popolo In Cammino”, l’iniziativa promossa dai parroci di alcuni quartieri napoletani, hanno aderito in tanti, quasi in 2000 tra studenti,cittadini, associazioni ed artisti. Raduno sotto la statua di “padre” Dante nella omonima piazza, dove di buon mattino gli studenti scrivono le loro idee contro la camorra su striscioni e cartelloni.

Un popolo in cammino: marcia anticamorra e di giustizia sociale

Un popolo in cammino: marcia anticamorra e di giustizia sociale

Una giornata straordinaria, in cui si è cominciata a scrivere una storia nuova per Napoli. Una manifestazione che, con la sua macchina organizzativa, ha generato un’amicizia sociale tra realtà diverse della città.

Intorno alle 11, con la canzone “I cento passi” che rimbomba dalle casse, inizia la marcia. Ad aprire il corteo uno striscione bianco, retto da alcuni parroci, quelli dei quartieri difficili di Napoli, recante la scritta – con tanto di hastag“Un Popolo In Cammino per la giustizia sociale contro le camorre”. Leader, non solo simbolico, per carisma, esperienza e bagaglio culturale padre Alex Zanotelli. Presente tra la folla anche il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, entusiasta dell’iniziativa ed altri esponenti del Consiglio Comunale. Tra gli artisti il fotografo Mimmo Jodice.
Il corteo di “Un Popolo In Cammino” attraversa il centro di Napoli, dicendo NO alla violenza, NO alla camorranelle sue varie accezioni – ed ai suoi intrecci e legami con il mondo economico e politico, manifestando la sua sete di verità e giustizia per le vittime innocenti. Intorno alle 13, dopo aver transitato davanti alla sede della Provincia, alla Questura ed al Maschio Angioino, la marcia si conclude a piazza Plebiscito, davanti l’ingresso della Prefettura. Discorso finale di padre Alex, il quale ricorda le motivazioni del corteo odierno, ed invoglia i presenti a reagire e continuare in questo cammino appena cominciato. Un’analisi lucida e reale sull’attuale situazione in cui versa tutto il Sud Italia. Una situazione peggio di quella della Grecia, ma nessuno ne parla.

Una delegazione dei manifestanti viene ricevuta in Prefettura. Il Prefetto, Gerarda Pantalone, riceve dalle mani di Giovanni Catenail ragazzo che il 14 novembre venne colpito per sbaglio da un proiettile durante un agguato di camorraun documento indirizzato al Governo. In esso sono contenute precise richieste, riassunte in tre importanti punti: diritto allo studio, lavoro e diritti, sicurezza sociale. E non a caso lo studio è al primo posto, perché è con l’istruzione che si toglie manovalanza alla criminalità organizzata.

Galleria fotografica – All Rights Reserved Pietro Avallone

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