ULTRAS d’Europa: “No a calcio senza tifosi. Calcio resti sport popolare”
Ultras di tutta Europa uniti contro la ripresa dei campionati a porte chiuse: “A scendere in campo solo gli interessi economici. No al calcio senza tifosi”
Gli Ultras di tutta Europa hanno redatto e diffuso, nella giornata di ieri, un comunicato chiaro, diretto, esplicito.
Un comunicato che li vede tutti uniti, per una causa comune: il rispetto dell’idea romantica di calcio inteso come sport popolare.
Un’idea di calcio snaturata dalle consolidate logiche di mercato, che privilegerebbero esclusivamente gli interessi economici legati al mondo del pallone, a discapito di quello che viene considerato da sempre il cuore pulsante di questo sport: il tifo.
E così, ecco che le varie tifoserie organizzate d’Europa hanno fatto fronte comune, superando rivalità ed asti sportivi, elaborando un documento unico, che esprime chiaramente la visione del calcio filtrata attraverso gli occhi del tifoso.
No alla ripresa dei campionati a porte chiuse: se c’è rischio per la salute pubblica, si osi fermare il calcio. Non si immoli lo sport ed il suo senso più intenso all’altare del business e dell’affare spinto alle sue estreme conseguenze.
No al calcio senza tifosi, dunque.
Gli spalti vuoti, i 90′ giocati dalle squadre senza il sostegno del proprio pubblico andrebbero a tradire l’idea stessa di sport popolare, che il calcio indossa da sempre.
Di seguito il comunicato integrale delle tifoserie:
“L’Europa è nella morsa del Coronavirus.
I governi hanno dichiarato il lockdown totale tutelando così la cosa più preziosa che abbiamo: la salute pubblica, primo obiettivo per tutti.
Per questo riteniamo più che ragionevole pensare ad uno stop assoluto del calcio europeo.
Chi gestisce quest’ultimo, invece, ha fin da subito espresso un solo ed unico obiettivo: RIPARTIRE.
Siamo fermamente convinti che a scendere in campo sarebbero solo ed esclusivamente gli interessi economici e questo viene confermato dal fatto che il campionato dovrebbe ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo “sport popolare” : I TIFOSI.
Ci è più che lecito pensare che, ancora una volta, la supremazia del denaro vada a calpestare così il valore della vita umana.
Pertanto, chiediamo fermamente agli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche finché affollare gli stadi non tornerà ad essere un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva.
Se il sistema calcio si trova in una situazione di tanta difficoltà, la colpa va attribuita alla mal gestione degli ultimi decenni.
Mal gestione che abbiamo sempre messo in evidenza con il solo ed unico fine di tutelare e salvaguardare lo sport più bello del mondo.
Oggi il calcio è considerato più come “un’industria” che come uno sport; dove le PAY-TV tengono sotto scacco le società, alimentandole con i propri diritti televisivi, permettendo così alle società stesse di poter pagare stipendi spropositati ai calciatori e alimentando a loro volta la sete di denaro di procuratori squali, il cui unico obiettivo è quello di gonfiarsi il portafoglio. Un sistema basato solo ed esclusivamente su business ed interessi personali che se non verrà ridimensionato quanto prima porterà ad un solo ed unico fine: LA MORTE DEL CALCIO STESSO.
Teniamo a sottolineare che se gli Ultras avessero una minima intenzione di lucrare su quella che è la propria passione, come abbiamo potuto leggere dai media in questi giorni, spingeremmo per una ripartenza dei campionati anziché lottare affinché questo non avvenga, andando contro tutto il sistema calcio ed a chi lavora per esso, scrivendo assurdità di ogni tipo.
Tutto questo deve cambiare.
Siamo pronti a confrontarci con chi di dovere per riportare il calcio ai suoi albori, per tornare a vivere la nostra più grande passione in prima persona, per far in modo che questo torni ad essere UNO SPORT POPOLARE”.
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