9 Dicembre 2015

Tod’s inaugura la guida del saper vivere italiano

tod's

Quale migliore location, se non Napoli, per “la guida del saper vivere italiano” di Tod’s, famoso marchio di abbigliamento italiano. La bellezza delle foto mozza letteralmente il fiato…

[ads1] Tod’s inaugura la guida del saper vivere italiano, una rassegna di tutti i locali e tutte le particolarità più belle ed affascinanti del panorama Italiano.

Un viaggio nel cuore dell’arte che passi da quella culinaria fino ai patrimoni immobiliari delle città d’Italia.

E quale migliore location per presentare i suoi capi ed accessori per Tod’S se non Napoli?
Nell’avventura che accompagna l’azienda dei Della Valle, Napoli ha il suo Caronte chiamato Andrea Tortora della Corte, “napoletano di crescita ma milanese d’adozione, che unisce la professione di avvocato ad un grande passione per la moda…”.

Ed è proprio lo stilista che racconta sul sito di “italian notes” la sua storia e la passione per la sartoria:

gambrinus

Gambrinus

“Napoli: i miei abiti sono tutti di De Cesare. Il bello di certa sartoria napoletana è che l’artigianalità si vede ancora: i sartini napoletani cuciono con ago e filo, e i piccoli difetti vanno considerati pregi. Le mie prime cravatte sono tutte di Marinella, il primo amore in fatto di cravatte non si scorda mai”.

Andrea parla del Grand Caffè Gambrinus, status symbol della Napoli bene, dove “…ci andava anche la bisnonna di mia nonna, Mariasole Giovene di Girasole”.

E la mozzarella, altro cavallo di battaglia della città partenopea ed il caseificio Fierro, per poi finire a parlare della pizza, l’elemento che più accomuna questa città e la presenta al mondo.

Quella da Michele. Non un locale elegante, “…e solo due tipi di pizza: Napoletana e marinara o con doppia mozzarella”.

Quando poi si passa alla cultura, non ci si può dimenticare del Teatro San Carlo, anima e corpo della musica, napoletana in particolare.

Tod's inaugura la guida del saper vivere italianoQuella che, come tiene a precisare proprio Andrea: “…diversamente dalla successiva tradizione neomelodica, ha saputo esprimere al meglio la voce sanguigna della gente di strada. Ricordo ancora la volta in cui ci ho visto un musical spettacolare, Scugnizzi: nel pubblico c’era anche Carlo Azeglio Ciampi”.

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