30 Settembre 2023

Terremoto Campi Flegrei: nuovo sciame sismico nella notte

Terremoto Campi Flegrei: nuovo sciame sismico in corso, la scossa più forte questa notte.

Immagine di repertorio

Terremoto vesuvio, terremoto a caserta

Terremoto Campi Flegrei – Nuovo sciame sismico registrato nelle ultime ore con ben 8 scosse di terremoto nella zona vulcanica dell’area ovest della Città Metropolitana di Napoli

Terremoto Campi Flegrei, le ultime scosse:

Secondo quanto riportato dal sito dell”Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ben 8 scosse si sono registrate nelle ultime 24 ore: quella più forte si è verificata quasi a mezzanotte quando erano le 23.58 con una forza di magnitudo 2.5 e una profondità di 3km

L’ultima scossa registrata invece si è verificata in piena notte quando erano le 3.46 e anche questa è stata abbastanza forte creando ulteriore preoccupazione tra la popolazione residente.

Infatti l’ultima scossa ha registrato una potenza di magnitudo 2.0 ad una profondità di 5km con epicentro sempre la zona dei Campi Flegrei.

Nel mezzo altre sei scosse di magnitudo compreso tra 1.0 e 1.8: un ennesimo sciame sismico dunque che dopo la paurosa scossa di qualche giorno fa, non fa che aumentare ansie e preoccupazioni, segno che il fenomeno del bradisismo è attualmente in corso e non presenta al momento segni di assestamento.

Terremoto Campi Flegrei: rischio di eruzione vulcanica basso

Giovanni Macedonio, geofisico dell’Osservatorio vesuviano dell’Ingv, spiega che i Campi Flegrei sono interessati dal bradisismo, ovvero di un lento e periodico movimento del suolo, che va alzandosi e abbassandosi.

Anche se questo fenomeno è di origine vulcanica ed è caratterizzato da una lunga serie di scosse di terremoto a bassa intensità, il rischio di un’eruzione vulcanica è “relativamente basso”. Macedonio aggiunge anche che “il monitoraggio dei Campi Flegrei è strettissimo”: il terreno viene controllato con satelliti e gps che permettono di notare “anche minime deformazioni del suolo”.

Ancora il geofisico dichiara: “Misuriamo temperatura e composizione dell’acqua e del gas che fuoriescono dal terreno, e non notiamo alterazioni da una decina di anni. Se lo scenario dovesse cambiare e il vulcano entrasse in crisi, molto probabilmente ce ne accorgeremmo

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