26 Gennaio 2017

Suicidio Fulvio Romano, il rettore del Suor Orsola: “Non abbiate paura”

lettera

Dopo il suicidio dello studente di 26 anni, Fulvio Romano, il rettore dell’Ateneo Lucio D’Alessandro ci ha tenuto a esprimere nuovamente la propria vicinanza a tutta la comunità studentesca attraverso una lettera

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Sono passati ormai 16 giorni da quella terribile mattina del 10 gennaio, giorno in cui il 26enne Fulvio Romano si tolse la vita gettandosi dal terrazzo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Lo studente, residente al Vomero, era iscritto al Corso di Laurea triennale di Scienze e tecniche di Psicologia cognitiva. Dai racconti delle persone che hanno passato con lui gli ultimi momenti di vita emerge una realtà inquietante: il ragazzo soffriva di depressione da tempo. Fulvio aveva già provato a togliersi la vita, quando il 20 giugno del 2013 si era lanciato dal ponte di via Mario Fiore, al Vomero, finendo su un’automobile e salvandosi la vita.

Questa volta nessun colpo di fortuna è riuscito a salvare il giovane, che è deceduto sul colpo. Subito dopo il gesto, Lucio d’Alessandro, il rettore dell’Università, ha interrotto le attività didattiche e con una nota ci ha tenuto ad informare tutti sull’episodio.

Proprio oggi tutti gli studenti dell’Università sono stati raggiunti da una lettera inviata per e-mail e scritta proprio dal Rettore D’Alessandro, che ha ripetuto con parole di profondo dolore e affetto la propria vicinanza a tutti gli studenti, invitandoli a fare presente qualsiasi tipo di problema, in modo da poter essere una vera e propria comunità.

Questa la lettera:

Care studentesse, cari studenti,

mi rivolgo a voi anche a nome dei colleghi docenti e non docenti, nella consapevolezza che il nostro Ateneo è una comunità di studi e di ricerca, di condivisione di saperi e progettualità, ma anche una comunità di affetti di cui ciascuno studente è parte viva e importante, al pari del corpo docente e di chiunque ogni giorno lavori con noi e per noi.

Proprio perchè insieme, giorno dopo giorno, lavoriamo alla costruzione del futuro, la perdita improvvisa di Fulvio ha colto tutti di sorpresa. Tuttavia, al di là dei nostri sentimenti individuali, dobbiamo superare la distanza umana e generazionale che si può generare dopo un episodio così duro per ritrovare il senso, la fiducia e il legame sociale che caratterizza l’esperienza giovanile della formazione universitaria.

Sappiamo tutti quanto sia difficile il mondo, quanto ci rimandi alla solitudine e alla disperazione sociale e individuale, ma sappiamo anche quanto sia determinante poter contare su una rete affettiva e di relazioni che include la famiglia, le amicizie, i colleghi di studio e lavoro. Abbiamo anche in questa prospettiva voluto da sempre che questo nostro Ateneo fosse organizzato e pensato come uno “spazio aperto” vitale e pulsante di iniziative, idee, relazioni.

Dunque, care e cari studenti, l’esperienza della formazione universitaria è anche una grande opportunità per non sentirsi soli, per costruire quella rete che vi accompagnerà nella crescita singolare e collettiva per rigenerare e comprendere noi e il mondo, per pensare insieme a una società migliore. Ma sappiamo anche che il percorso formativo può risultare insufficiente qualora se ne faccia esperienza solo per ottenere dei risultati mirati al conseguimento della laurea o di un esame. Nell’incoraggiamento che vogliamo fornirvi ogni giorno vogliamo ci sia anche da parte vostra la consapevolezza di non essere mai soli, desideriamo che i vostri problemi siano esplicitati, che ogni difficoltà sia messa in circolo, affinchè ci si senta davvero una comunità.

Noi siamo qui per incoraggiarvi a prendere nelle vostre mani il mondo che verrà, per dirvi che una comunità accademica è e resterà lo spazio di una formazione di studio e di vita, nel quale siamo tutti coinvolti, nessuno escluso. “Non abbiate paura”, esortava all’inizio del suo ponitificato un papa forte. “Non abbiate paura” ripetiamo noi oggi. Saremo al vostro fianco, vi aiuteremo a concepire e realizzare i vostri progetti. Anche nel ricordo di Fulvio.

Lucio d’Alessandro

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