4 Febbraio 2022

Studenti in piazza: proteste in tutta Italia

Studenti in piazza nella giornata di oggi, in tutte le città italiane contro le novità sull’esame di maturità e  l’alternanza scuola lavoro

Dopo la tragica morte del giovane 18enne Lorenzo Parelli, causata da un incidente avvenuto durante l’ultimo giorno di stage presso un’azienda friulana, sono tornati gli studenti in piazza per gridare: basta!

Basta all’alternanza scuola lavoro e a tutte le ingiustizie.

L’iniziativa è partita dagli studenti torinesi, i quali erano scesi in piazza lo scorso primo febbraio incontrando la  resistenza delle forze dell’ordine. Nonostante i duri scontri, i ragazzi non hanno manifestato alcuna volontà di arrendersi, anzi, già in quella occasione avevano annunciato il corteo odierno.

La manifestazione è partita alle ore 10 da Piazza XVIII Dicembre e si spingerà fin sotto al Ministero dell’Istruzione.

La lotta studentesca si è estesa a livello nazionale, coinvolgendo anche le città di Milano, Palermo, Genova, Bari, Firenze, Perugia, Verona, Padova, Varese, Lodi, Agrigento, Taranto, Venezia, Latina, Pisa, Modena e altri centri italiani.

Alla richiesta di imporre uno stop all’alternanza scuola lavoro, inagibile a causa delle mancate garanzie di sicurezza, si è aggiunta quella di mantenere invariata la modalità d’esame rispetto all’anno precedente.

Infatti, gli studenti lamentano una situazione ugualmente critica, nella quale la DAD continua ad essere necessaria e a influenzare negativamente la preparazione e la stabilità degli alunni. In queste condizioni, non si può esigere il ritorno ad una maturità “normale”.

«Queste direttive, arrivate solo ora dopo mesi di incertezza, sono l’ennesima dimostrazione di un Ministero che non ascolta gli studenti e che non prende in considerazione la grave situazione psicologica che stanno vivendo, ma pensa invece solamente a valutarli».

Gli studenti scendono oggi in piazza e continueranno a farlo nei prossimi giorni per difendere i propri diritti e per chiedere le loro esigenze vengano ascoltate dalle sorde istituzioni.

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