Sommergibile disperso, i cinque passeggeri a bordo del Titan sono morti

I cinque passeggeri a bordo del piccolo sommergibile Titan, disperso nell’Oceano Atlantico da domenica 18 giugno sono morti. A confermarlo sono la stessa OceanGate, che ha realizzato il sommergibile, e la Guardia Costiera USA che ha coordinato l’attività di ricerca. Nonostante i numerosi mezzi impiegati per il ritrovamento del minisommergibile, e per il salvataggio delle cinque persone a bordo, il ritrovamento di cinque detriti del mezzo ha reso evidente che sia imploso e ha vanificato ogni speranza

Sommergibile disperso, cos’è successo ai cinque passeggeri

La stima di aria disponibile sul Titan avrebbe dovuto terminare intorno alle ore 13:00 di ieri (ora italiana). Tuttavia, già prima che il tempo a disposizione si esaurisse non era certo che le riserve di ossigeno all’interno del sommergibile potessero essere sufficienti. Questo perché l’assenza di corrente elettrica sul Titan ha compromesso il sistema di riciclo dell’aria di cui era fornito. La possibilità di ricevere ossigeno a sufficienza si sono quindi considerevolmente abbassate.

I passeggeri, in uno spazio angusto di 7 metri per 2,5 metri avrebbero consumato l’aria disponibile molto in fretta, causando un accumulo di anidride carbonica che ha causato l’asfissia e quindi la morte dei cinque.

Secondo quanto riportato da Il Post, un malfunzionamento dei sistemi di riscaldamento avrebbe portato le temperature a scendere fino ai 4 gradi, causando ipotermia.

Infine, secondo la Guardia Costiera statunitense, il ritrovamento dei detriti “è coerente con una perdita catastrofica della camera pressurizzata”.

Le cinque vittime sono l’amministratore delegato di OceanGate Stockton Rush, Shahzada Dawood, suo figlio Suleman Dawood, Hamish Harding e Paul-Henri Nargeolet.

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