Smontate a Napoli le antenne con tecnologia 5G
Dopo mesi di proteste smontate a Napoli le antenne con tecnologia 5G per rischio elettrosmog
NAPOLI – Dopo mesi di proteste da parte dei cittadini, sono state smontate a Fuorigrotta le antenne con tecnologia 5G che erano state installate mesi prima nel polo fieristico della Mostra d’Oltremare.
Vittoria, quindi, per i comitati dei residenti di Cavalleggeri d’Aosta: i nuovi ripetitori telefonici non saranno ammessi.
L’ente fieristico, come riportato anche dai colleghi di Fanpage, aveva già preannunciato la decisione mesi fa, ma la decisione definitiva è arrivata poi a metà marzo con l’avanzare dell’emergenza per Coronavirus.
A metà marzo sono state smontate tutte le antenne 5G che erano state messe sui piloni della Mostra d’Oltremare.
La dura battaglia dei comitati contro l’installazione di queste antenne, per rischio elettrosmog, ha avuto la meglio.
Marco Gaudini, presidente della commissione Ambiente del Comune, ha dichiarato: “Occorre urgentemente dotare il Comune di Napoli di un piano regolatore per l’installazione degli impianti 5G, una mappa che al momento non esiste, che consentirà di monitorare lo sviluppo di questa tecnologia in vista della crescita del numero delle installazioni nei prossimi mesi”.
Il progetto di installazione delle antenne 5G prevedeva la realizzazione di una stazione radio base sulla sommità dei piloni dell’ex funivia di Posillipo a Cavalleggeri d’Aosta, nel quartiere di Fuorigrotta, in un’area di proprietà della Mostra d’Oltremare, nei pressi di Piazza Neghelli.
Le proteste dei comitati contro l’installazione iniziano già nel 2018 e chiedono chiarimenti al Comune, socio di maggioranza della Mostra d’Oltremare.
Gli uffici dell’Ambiente del Comune si rivolgono all’Arpac, l’agenzia regionale per l’ambiente della Campania, per avere un parere sui campi elettromagnetici generati dall’impianto.
Il 12 dicembre 2018, l’Arpac scrive che le verifiche effettuate evidenziano livelli di campo elettromagnetico entro i limiti di esposizione.
I ripetitori sono stati cosi montati ma le continue proteste hanno portato il polo fieristico a chiedere la rescissione contrattuale con la società installatrice, rendendosi disponibile a una mediazione per evitare un procedimento. Alla fine, la Mostra ha deciso di liberare i locali, mentre lo smontaggio dell’installazione è avvenuto il mese scorso.
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