Sindrome post covid: quali sono i sintomi e quanto durano?
Sindrome post covid: ecco quali sono i sintomi più frequenti di chi è guarito dal coronavirus, ma non riesce a rimettersi dopo mesi
SINDROME POST COVID: Oltre il 75 % dei pazienti guariti continua ad accusare sintomi anche dopo 5-6 mesi dalla guarigione. I ricercatori cinesi hanno parlato, a tal proposito, di una sindrome che compare dopo aver contratto il virus e che potrebbe protrarsi per un tempo indeterminato, a seconda del paziente.
In Russia, ad esempio, è nato un gruppo chiuso su Facebook dal titolo “Coronavirus insolito”: lo scopo è quello di confrontarsi e supportarsi a vicenda sui sintomi apparsi dopo aver contratto il virus. Il gruppo è stato creato il 15 aprile 2020 ed oggi vanta oltre 37.000 iscritti. Negli USA, oltre il 35% dei pazienti guariti dal coronavirus accusa la sindrome post covid, in Gran Bretagna si toccano percentuali vicine all’80% e, in Italia, addirittura si arriva all’87%
Nel mese di ottobre 2020 l’americana Hanna Davis ha spiegato in un discorso all’OMS quali siano i sintomi più frequenti nei pazienti che hanno contratto il virus. La dottoressa riferiva dei risultati preliminari di uno studio organizzato dai pazienti stessi. Di seguito i risultati dell’indagine:
È emerso che sempre più spesso i pazienti con infezione perdurante da coronavirus si affaticano rapidamente (più del 77%) e accusano disfunzioni cognitive (circa 55%). Tra i partecipanti allo studio la maggior parte è costituita da donne (78,9%) di oltre 40 anni d’età.
Nello studio cinese si parla del 63% dei soggetti guariti che continuavano ad accusare affaticamento e indebolimento muscolare, mentre il 26% non riusciva a prender sonno facilmente o per nulla.
Il caso russo
Al pari della Cina, anche in Russia si sta ampiamente discutendo della cosiddetta sindrome post covid. Stando agli studi di Sergey Adveev, coordinatore della Facoltà di Pneumologia dell’Università Sechenov di Medicina e Chirurgia, ad esserne affetto sarebbe oltre il 20 % dei pazienti russi. Secondo Avdeev, i risultati preliminari coincidono in larga misura con le conclusioni tratte dai cinesi, anzitutto relativamente alla frequenza dei sintomi.
“Noi registriamo più o meno la medesima incidenza. Al primo posto tra i sintomi vi è l’affaticamento. In Cina il 63% dei pazienti accusa di affaticarsi più facilmente dopo la malattia. Da noi è il 20%. Ma il rapido affaticamento, teoricamente, è una manifestazione diffusa in esito a qualsivoglia patologia infettiva. Purtroppo, dopo il Covid permane per lungo tempo. Si denota una coincidenza anche nella frequenza di casi di affanno. Nei cinesi è il 20%, nei russi il 12%. Anche questa è una conseguenza comprensibile del Covid in quanto la malattia colpisce essenzialmente i polmoni. Quanto invece alle criticità legate al sonno, i russi le accusano con minore frequenza (4%) rispetto ai cinesi (25%). Inoltre, in Russia sono minori anche i casi di ansia e depressione (7% vs 23%)”
Tra i sintomi troviamo anche la perdita di capelli, che in Cina raggiunge il 22%, mentre in Russia si attesta su valori più bassi. Tra le donne, che solitamente superano meglio il covid, figura tra i sintomi più frequenti l’affanno.
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