13 Settembre 2017

Si ribellò al pizzo, due anni dopo chiude il negozio

Luigi De Magistris e Salvatore Castelluccio, immagine tratta dal sito del Comune di Napoli

Si ribellò

Salvatore Castelluccio si ribellò al pizzo, ma la sua lotta non ha avuto un esito positivo: dopo due anni, è stato obbligato a chiudere il negozio

[ads1]

Salvatore Castelluccio è il rappresentante ideale del negoziante integerrimo, professionale e, soprattutto, coraggioso. Gestore del negozio di parrucchieri Pianeta Donna, nel centro storico, due anni fa l’uomo si ribellò al pizzo, facendo arrestare gli estorsori.

Una storia a buon fine, direte; peccato per il sequel. I capi del racket, citando l’articolo di Pietro Treccagnoli, giornalista del Mattino, vollero vendicarsi, e marchiarono il negozio del parrucchiere a vita.

Nessuno doveva più andare “a farsi tagliare i capelli” da Castelluccio; e, sfortunatamente, nessuno ci andò più. Dopo due anni di lotta, il parrucchiere si è rassegnato alla triste situazione, calando definitivamente le saracinesche. Una storia triste, un esempio lampante di come la Camorra riesca ad esercitare ancora un enorme controllo psicologico sulla popolazione.

Fanno riflettere le dichiarazioni dell’Assessore Alessandra Clemente, che riporteremo in seguito, citando il comunicato stampa del Comune di Napoli:

“Il rispetto e la solidarietà nei confronti delle vittime di camorra, non può spingersi fino al punto di accettare ricostruzioni non veritiere e fuorvianti della realtà. Come Castelluccio sa bene, egli ha già ricevuto tutto ciò che le normative consentono. Da quelle nazionali, penso all’accesso al fondo di solidarietà per le vittime di racket, a quelle locali, penso all’esenzione dai tributi locali per tre anni attraverso l’iniziativa promossa dal Comune di Napoli nel 2014 per quanti denunciano ed ottengono sentenza di condanna in primo grado di tali episodi.

Inoltre, numerose sono state le iniziative di solidarietà, promozione nella rete del consumo critico ed incontri tecnici al fine di verificare la disponibilità di un bene confiscato salvo poi dover rinunciare ad un’attività di natura commerciale, partecipare ad un bando e dare vita ad un progetto sociale, non essendoci normative che consentano agli enti locali di assegnare locali nella sua disponibilità in tali situazioni e ad oggi rilevando beni confiscati nella disponibilità del comune, penso ad uno in particolare a Secondigliano, che furono esclusi perché non in una zona utile.

Questi sono i fatti, appunto, diverse le opinioni e le critiche, sempre legittime e anche bene accette. A patto che non finiscano per stravolgere quei fatti e fuorviare tutti coloro che, come Castelluccio, sono vittime o hanno già denunziato la camorra. Detto questo, la porta del mio ufficio e di quello del sindaco sono sempre aperte, a patto che la chiarezza sia la bussola che orienti tutti noi.

E che ci ricordi che l’avversario da combattere non è lo Stato, che mai come in questo caso ha fatto il suo dovere, bensì la camorra che isola nei suoi contesti chi ad essa si ribella.”

[ads2]