Sfogo Insigne, è subito polemica tra detrattori e sostenitori
Sfogo Insigne – Le parole del Capitano del Napoli scatenano una lunga scia di polemiche tra detrattori e sostenitori ad oltranza
Sfogo Insigne – Giocare a Napoli, da napoletani doc, è il sogno cullato da milioni di bambini partenopei.
Bambini che sperano di trasformare la loro passione per il pallone nel “mestiere” di domani, e che coltivano il romantico desiderio di poter giocare, da grandi, al San Paolo, vestendo l’amatissima casacca azzurra.
Eppure, non è tutto così semplice ed idilliaco come sembra: possono confermarlo i vari giocatori che si sono trovati a realizzare il loro sogno di bambini e che, quella maglia, l’hanno vestita davvero.
Ed anche lui, il piccolo Lorenzo, sognava di poter indossare, orgoglioso, il completino della SSCN e giocare davanti al suo pubblico, un pubblico che gli apparteneva di diritto.
Lorenzo c’è riuscito: indossa oggi la casacca nr. 24 ed è – da qualche settimana – il Capitano della sua squadra del cuore.
Eppure, quel sogno così dolcemente cullato e protetto ha rivelato fin da subito un retrogusto inaspettatamente amaro.
Perché ad Insigne, come napoletano e Capitano, spesso sono piovute addosso valanghe di critiche – talvolta immeritate, talaltra esasperate – che il frattese non riesce a farsi scivolare addosso.
“Troppo abulico”, “troppo presuntuoso”, “fa solo tiri a giro”, “non è mai decisivo”, “la squadra gioca meglio senza di lui” sono solo alcuni dei commenti, di cui i social, nelle ultime ore, sono inconsapevoli diffusori.
Il pubblico partenopeo non è mai stato semplice da gestire, si sa.
Anche Marek Hamsik, nella sua biografia, ha più volte fatto riferimento alle numerose critiche di cui è stato bersaglio nella sua lunghissima permanenza all’ombra del Vesuvio.
Ma il carattere dello slovacco era profondamente diverso da quello del folletto napoletano.
Pacato, razionale, lucido il primo; irruente, passionale, istintivo, il secondo.
Da buon napoletano, ieri Lorenzo ha approfittato dell’intervista post Sassuolo-Napoli, che l’ha visto autore del gol del pareggio, per sfogare il suo malcontento nei confronti delle numerose critiche, che gli stanno arrivando da una parte della tifoseria.
“Io le critiche, come sanno tutti a Napoli, le ho sempre ricevute. Dispiace però vado avanti per la mia strada. Se mi ci accetta così come sono, bene. Altrimenti, non ci posso fare nulla: io sono fatto così. Ho sempre cercato di dare il massimo per questa maglia e forse alla gente non è arrivato questo messaggio al 100%. Non voglio far polemica: accetto le critiche, come ho sempre fatto. Ma ho un carattere particolare: a volte ho sbagliato ed ho sempre chiesto scusa. Il tifoso è giusto che critichi quando fai male, come che ti applauda quando fai bene. Più di così non posso fare: ho sbagliato un rigore (quello contro la Juventus, ndr), ci sta. Qualcuno non l’ha presa bene, ma io continuerò a cercare di dare sempre il massimo per questa maglia“.
Parole dettaste dal rammarico, dalla delusione e dalla rabbia.
Un messaggio da lanciare ai tifosi ipercritici, che si legge tra le righe: quello di sostenere i giocatori anche nei momenti più difficili.
Perché a nessun professionista fa piacere toppare alcuni passaggi importanti.
Nessun professionista va fiero dei propri errori.
Men che mai un calciatore che, da professionista, gioca – ed è Capitano – per la squadra per cui tifa.
A prendere le parti del calciatore, un altro illustre pilastro della storia della SSCN: Peppe Bruscolotti.
Che così si esprime ai microfoni di Radio Marte: “Capisco lo sfogo di Insigne. Anche io ho vissuto la stessa esperienza. Il tifoso napoletano dovrebbe stargli più vicino, perché Lorenzo è oro di Napoli e va tutelato. Il 24 partenopeo sente molto il peso della fascia: ha le spalle larghe ma bisogna sostenerlo ed aiutarlo nei momenti difficili. Perché poi, altrimenti, scatta il lavoro dei procuratori, che fanno il loro mestiere“.
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