22 Gennaio 2021

Scuole superiori aperte dal 1 febbraio in Campania, le ultime

Variante inglese chiusura scuole

Scuole superiori aperte dal 1 febbraio in Campania, il Tar Regionale boccia Vincenzo De Luca. Ecco il punto della situazione

Nelle ultime ore è giunta la notizia sulla riapertura delle scuole. Alla luce di quanto procede, gli studenti delle scuole medie e superiori della Campania dovranno tornare in aula entro il 1° febbraio. A deciderlo è il Tar Regionale dopo un nuovo ricorso dei genitori: un primo obiettivo raggiunto per abbattere la didattica a distanza. Il presidente Mara Abruzzese ha accolto, dunque, il ricorso presentato da alcuni genitori campani contro le misure di De Luca e lo stop delle attività didattiche in aula.

Cosa succederà adesso?

La Regione Campania – guidata da Vincenzo De Luca – dovrà decidere la percentuale degli studenti riammessi in presenza, una percentuale (tra il 50% ed il 75%) che dovrà rispettare il DPCM del Governo Conte.

Gli studenti delle scuole medie e scuole superiori della Campania dovranno tornare entro il 1° febbraio 2021, “fermo il rispetto delle ulteriori misure di contenimento e precauzionali disciplinanti i singoli settori di attività (rispetto delle distanze interpersonali, obbligatorio utilizzo di dispositivi di protezione individuale”.

Sono in corso le ulteriori decisioni regionali, ma per il momento – stando a quanto emanato – per gli studenti potrebbe esserci presto un ritorno tra i banchi.

Nel caso in cui la Regione Campania dovesse controbattere e dimostrare che per ora non sussistano le condizioni per riaprire le scuole superiori, quindi un passo indietro per il ritorno in aula, tra le motivazioni del Tar c’è lo stato avanzato dell’anno scolastico in corso, ormai alle soglie del secondo quadrimestre, e dunque consumato per la metà circa”.

Il Tar, inoltre, annuncia che la questione sarà poi trattata in camera di consiglio il prossimo 16 febbraio.

Ad appoggiare la decisione del Tar sulla ripresa delle scuole superiori è anche il CODACONS, in quanto ha asserito come la sentenza “affermi la centralità del diritto allo studio ed alla frequenza scolastica”, nonché “la prevalenza dello stato nella determinazione dei livelli minimi di servizio pubblico essenziale, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”.

Fonte: Fanpage

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