4 Settembre 2020

Sciacalli del COVID, prezzi dei tamponi esorbitanti. Il giusto? 60 euro

Immagine di repertorio

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Tornano gli sciacalli del Covid. Con la necessità dei tamponi c’è chi propone prezzi esorbitanti: dai 51 euro di Verbania ai 150 di Vibo Valentia

Con il ritorno dalle vacanze cresce sempre di più la richiesta di fare i tamponi per scoprire la positività al COVID-19. Date le negligenze spesso verificatesi e i tempi di attesa molto lunghi, c’è chi decide di ricorrere ad altri mezzi per fare il tampone, rivolgendosi a privati.

Il governo tenta di aumentare i tamponi fino a 400.000 al giorno, ma i vari kit – perno dell’operazione – sono soggetti a rincari incontrollati, come accadde per le mascherine a marzo. Aziende sanitarie, ospedali e regioni comprano incontrollatamente senza gare di appalto, così i fornitori propongono i prezzi che vogliono, raggiungendo cifre esorbitanti.

Vediamo, tramite un’analisi proposta da Ilfattoquotidiano, quali sono i prezzi della sanità pubblica, da nord a sud.

All’ospedale Castelli di Verbania, il tampone costa 51 euro, nel Padovano il Gruppo Datamedica lo propone a 60. Il centro Medico Sant’Agostino di Milano, invece, a 80 euro. In Toscana, ci si è concordati per 80 euro, mentre in Liguria per 100. A Bologna, dove la sanità pubblica affanna, si è arrivati alla cifra di 130 euro.

Il problema è a monte. Gli stessi kit di reagenti vengono acquistati da una regione a 15 euro, da un’altra a 21. Il rincaro calcolato, sarebbe, dunque del 150%, come accadde per le mascherine lo scorso marzo, nel pieno della pandemia.

Sul mercato privato il prezzo di un tampone va dai 60 a 150 euro a seconda del proponente. Il costo per il pubblico, che non deve fare profitto coi test ma somministrarli gratuitamente ai pazienti presi in carico, si aggira sui 30 euro.

Le parole della Federlab

Dopo mascherine e ventilatori, la categoria “tamponi-reagenti” presenta le oscillazioni di prezzo più assurde. Dagli uffici dell’Anac fanno notare che la comparazione è stata spesso impossibile anche per prodotti molti più semplici, come i disinfettanti. Gli scostamenti di prezzo sono giustificabili solo in parte con aumenti repentini della domanda/scarsità dell’offerta.

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