9 Gennaio 2016

Rosa Capuozzo: luci e ombre dell’amministrazione M5S a Quarto

Rosa Capuozzo

Il Sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, è in carica da meno di un anno, eppure ha già dovuto affrontare molte accuse e sospetti sulla sua amministrazione. Verità o strumentalizzazioni?

[ads1] Sono ore infuocate per Rosa Capuozzo e il comune di Quarto. Ieri, commossa, il Sindaco ha provato a difendersi in consiglio comunale dalle accuse che vedono la sua giunta vicina ad affari camorristici, ricordando il proprio personale impegno nella lotta alle mafie. Soprattutto in un comune come quello di Quarto sciolto ben due volte per infiltrazioni camorristiche negli ultimi vent’anni.

Eppure, quando il 15 giugno 2015, Rosa Capuozzo fu eletta sindaco il suo astro era più luminoso mai. Lei, un’avvocato di 45 anni con due figli e un impegno attivo sul territorio di Quarto già da tre anni, riuscì al suo debutto elettorale a collezionare una serie di record impressionante: guadagnò la vittoria con il consenso plebliscitario del 70,79% dei cittadini; primo sindaco del Movimento 5 Stelle in Campania e primo sindaco donna per Quarto in 67 anni. Da qualunque punto lo si guardasse era un successo: per Quarto, per il M5s e per Rosa Capuozzo.

La nettezza della vittoria ha però accresciuto la dimensione delle aspettative. Il neo-sindaco si è trovato ben presto a dover far fronte alle promesse fatte all’elettorato e ad una durissima opposizione.

Il piano per la riqualificazione cittadina di Rosa Capuozzo partiva dalla manutenzione delle strade e della risoluzione dell’annoso problema delle vasche dell’acqua piovana, passando per la definizione dell’accordo per il salvataggio dello stadio comunale di Quarto e la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici. Sono state promosse inoltre diverse iniziative culturali; un esempio, su tutti, la sensibilizzazione nella lotta alle mafie attraverso la commemorazione simbolica di Paolo Borsellino nell’aula Peppino Impastato.

In meno di un anno di mandato il Sindaco si è reso protagonista di piccole e grandi battaglie scagliandosi, nell’ordine, contro: il consiglio comunale che ritardava l’operato della giunta della Capuozzo per “cavilli e tecnicismi […] quando la gente ha bisogno di fatti e non di parole”, dichiarò Rosa Capuozzo; Vincenzo De Luca, presidente della Regione, reo di non aver preso adeguate misure contro la privatizzazione del servizio idrico; il Partito Democratico, autore di un’opposizione serratissima nei confronti del primo cittadino.

Non c’è voluto molto, però, ai suoi oppositori politici per trovare qualche ombra nell’amministrazione del Sindaco. Già nel mese di settembre si alzò dalle fila del Pd l’accusa di favoritismo: l’amministrazione a 5 stelle, dicevano i contestatori, divulga annunci e iniziative attraverso il servizio stampa della litografia Baiano, di cui è titolare, guarda caso, il marito della Rosa Capuozzo. Si trattò di un duro attacco al vessillo della trasparenza che il Movimento 5 Stelle ha sempre sventolato con orgoglio quando si parla dei propri membri.

Le rogne non terminano qui. Di lì a poco l’avvocato Luigi Rossi, esponente in consiglio di Protagonismo Sociale, diffuse un comunicato stampa in cui denunciava un presunto abuso edilizio da parte del primo cittadino emerso a seguito di una denuncia anonima. Rosa Capuozzo smontò la vicenda, etichettandola come “una montatura architettata ad arte per gettare fango sulla mia persona”. Il caso divenne nazionale, arrivando persino alla Camera, dopo che secondo quanto emerso da una conversazione intercorsa tra la Capuozzo e i dirigenti dell’associazione sportiva Quartograd il primo cittadino quartese avrebbe detto: “Non sarebbe male vedere Rossi spaventato”. Ne seguì un denuncia per minacce e un’altra grande macchia sull’amministrazione a cinque stelle della città.

Infine la bufera delle ultime settimane: il consigliere Giovanni de Robbio, primo eletto nelle fila del M5S, è stato accusato (e per questo cacciato dal Movimento) di voto di scambio aggravato e tentata estorsione ai danni del Sindaco.  Nella tornata elettorale del maggio 2015 una certa quantità di voti sarebbero state assicurate attraverso uno scambio di favori con l’imprenditore locale Alfonso Cesarano, vicino al clan Polverino.

Ora su Rosa Capuozzo pesa non soltanto l’ombra della mancanza di trasparenza e delle infiltrazioni camorristiche, ma anche la spada di Damocle del possibile commissariamento del Comune di Quarto. L’ennesimo. E’ forse il simbolo del fallimento di una certa idea di politica che non è riuscita a vincere gli ostacoli e le connivenze della criminalità locale.
A Quarto un astro si è spento prima ancora di cominciare a splendere.

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