Rino Gaetano ci ha insegnato che il cielo è sempre più blu
Il 2 giugno 1981 ci lasciava Rino Gaetano: l’insuperabile genio col cappello. Figlio del Sud che, oggi, vive attraverso la sua musica
ROMA – Era il 2 giugno 1981 quando Rino Gaetano ci lasciava prematuramente, a causa di un tragico incidente stradale in via Nomentana, a pochi passi dalla sua casa.
Sono passati quarant’anni dal grande lutto, sono passati quarant’anni da quando la musica italiana ha perso uno degli artisti più importanti, sono passati quarant’anni ma le sue canzoni sono sempre attuali.
Figlio del Sud e antieroe fuori dagli schemi
Rino Gaetano, all’anagrafe Salvatore Antonio Gaetano, nasce a Crotone nel ’50 e scompare a soli trent’anni. Calabrese di nascita ma romano d’adozione, il suo essere “fuori dagli schemi” è dovuto all’ironia e ai profondi testi caratteristici di denuncia sociale. Dietro le canzoni di Rino, apparentemente leggere e disimpegnate, si celano problematiche sociali delicate: la questione meridionale, l’emigrazione, l’emarginazione, la corruzione politica, l’alienazione industriale e non solo. Come riporta Wikipedia, il cantautore crotonese “arrivò in alcuni suoi brani a fare nomi e cognomi di uomini politici del tempo e non solo” e, anche per questo, le sue esibizioni dal vivo e i suoi brani furono più volte segnati dalla censura.
Tra il paradosso, la denuncia e l’ironia, i testi di Rino Gaetano non sono mai banali. L’artista si differenzia anche per una interpretazione differente sull’amore in quanto, nelle sue canzoni, svia temi autobiografici: “Non ho mai raccontato una storia d’amore mia, perché raccontare i fatti miei può anche dare fastidio alla donna che sta con me, perché potrei correre il rischio di perderla: a questo punto preferisco perdere la canzone”.
Il successo e il Festival di Sanremo
Nel 1974 uscì il suo primo album “Ingresso libero” che, purtroppo, fu ignorato dal pubblico e dalla scena musicale. Un anno dopo pubblicò “Ma il cielo è sempre più blu”: una canzone coinvolgente, intensa, vera e – ad oggi – amatissima. Due anni dopo avvenne l’esordio di “Mio fratello è figlio unico”, album che comprendeva il brano “Berta filava”. Poi nel tra il 1977 e il 1978 i grandi successi di “Aida”, “Nuntareggae più” e “Gianna“: presentata al Festival di Sanremo del ’78, conquistando il terzo posto della classifica e il record di vendite. Da quel momento, Rino Gaetano seppe imporsi per la sua capacità di divertire, ma al contempo affrontare temi delicati, ostili e sotto i riflettori della critica.
“Ma il cielo è sempre più blu”
Tanti i successi per Rino Gaetano dopo Sanremo. Se c’è, però, una canzone che ha fatto la storia della musica italiana è sicuramente “Ma il cielo è sempre più blu”. Il brano ha conquistato più generazioni e, di recente, durante il periodo pandemico circa cinquanta artisti italiani lo hanno cantato per raccogliere i fondi per la Croce Rossa. Il potenziale del pezzo musicale risiede nella leggerezza e nel ritmo allegro, nonostante il forte spunto riflessivo.
Dietro l’apparente allegria, c’è l’impegno. Rino interpreta il brano con spensieratezza, mettendo in risalto le contraddizioni della società e le differenze economiche-sociali tra le persone. Rino Gaetano, in un’intervista di Ciao 2001, dichiarò:
“Ci sono immagini tristi o inutili, ma mai liete, in quanto ho voluto sottolineare che al giorno d’oggi di cose allegre ce ne sono poche ed è per questo che io prendo in considerazione chi muore al lavoro, chi vuole l’aumento. Anche il verso «chi gioca a Sanremo» è triste e negativo, perché chi gioca a Sanremo non pensa a chi vive in baracca”.
Dal 1975 ad oggi, il brano “Ma il cielo è sempre più blu” preserva il grande significato della vita. L’artista canta che il mondo e la vita andranno avanti, qualunque siano le difficoltà da affrontare perché la natura ci rende uguali tutti. Rino Gaetano ci ha insegnato l’uguaglianza. Ci ha insegnato che il cielo sotto cui viviamo è lo stesso perché ci accomuna e, a prescindere dai problemi e dai momenti bui, continuerà ad essere blu.
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