Ricerca Globalsurg sul Covid, l’infezione aumenta la mortalità post-operatoria
Pubblicati i risultati della Ricerca Globalsurg sul Covid, secondo cui l’infezione provocherebbe un aumento dei casi di mortalità post-operatoria
Tra gli effetti secondari della malattia da Coronavirus c’è anche un aumento della mortalità nei 30 giorni successivi ad un intervento chirurgico. A confermarlo è la Ricerca Globalsurg sul Covid, uno studio enorme che ha coinvolto 116 Paesi, 1.674 ospedali ed oltre 140.000 pazienti.
Avete capito bene: non è conveniente operarsi dopo aver contratto l’infezione da SARS-CoV-2. L’infezione peri-operatoria da SARS-CoV-2 aumenta la mortalità postoperatoria, e dunque i pazienti con sintomi dopo i 7 giorni successivi alla diagnosi trarrebbero vantaggio da un ulteriore ritardo della chirurgia.
Ad informare sui dati della Ricerca Globalsurg è ANSA , che spiega che il gruppo GlobalSurg Collaborative ha condotto la ricerca al fine di trovare la migliore determinazione possibile del timing ideale per la chirurgia nei pazienti affetti da infezione da SARS-CoV-2. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Anaesthesia.
“La ricerca, che studiando la mortalità post-operatoria a 30 giorni ha incluso pazienti affetti da Covid-19 che ricevevano interventi chirurgici di elezione o di emergenza nel mese di ottobre 2020, ha comparato quelli con infezione preoperatoria a quelli senza infezione, ha dimostrato che, quando possibile, la chirurgia dovrebbe essere ritardata di almeno 7 giorni successivi all’infezione da SARS-CoV-2. E che in pazienti con sintomi dopo i 7 giorni successivi alla diagnosi di infezione, un rinvio dell’intervento chirurgico potrebbe ridurre sensibilmente l’incidenza della mortalità post-operatoria” si legge.
Le opinioni degli esperti
Il professor Giuseppe Giannaccare, docente di Oftalmologia all’Università di Catanzaro, sottolinea che “per numero di pazienti, Paesi e ricercatori coinvolti, questosul timing post-operatorio è senz’altro lo studio più vasto di sempre”. La ricerca risulta importante nello stesso campo oftalmologico, perché “caratterizzato da enormi volumi chirurgici”.
Il dott. Claudio Iovino, ricercatore nell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, aggiunge che sarebbe preferibile ritardare l’intervento chirurgico di almeno sette settimane. Questo perché “indipendentemente dal tipo di chirurgia, i pazienti operati entro le sei settimane dalla diagnosi di infezione da Sars-Covid2 presentano un alto rischio di mortalità post operatoria a 30 giorni”.
Fonte: ANSA.
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