Riapertura scuole superiori 9 dicembre: l’accordo
Riapertura scuole superiori 9 dicembre: arriva il “sì” di sindaci e governatori. Orari scaglionati in ingresso ed uscita…
RIAPERTURA SCUOLE SUPERIORI 9 DICEMBRE: Qualche settimana fa sembrava soltanto una remota ipotesi, eppure pare che tutti siano d’accordo circa la necessità e la possibilità di riaprire la scuola in presenza al più presto.
La data fissata dal Ministro dell’Istruzione e dal Premier Conte è al momento il 9 dicembre, con gli studenti delle scuole superiori “messi alla prova” prima delle lunghe vacanze natalizie.
La proposta di Lucia Azzolina è stata avallata anche dai sindaci delle città metropolitane e dai rappresentanti delle Province. Sintonia rafforzata dall’offerta della ministra di “massima collaborazione” con i primi cittadini.
La sicurezza tra i banchi
Giusto riaprire le scuole, ma farlo in sicurezza è l’imperativo che deve accomunare tutti gli Istituti di Istruzione Secondaria del nostro Paese. Come è possibile garantire la sicurezza tra i banchi e all’ingresso? L’ipotesi è quella di mantenere il distanziamento tra gli studenti e di scaglionare gli orari di ingresso e uscita e incrementare i trasporti contro ogni rischio di sovraffollamento.
Cosa ne pensa il Cts
Sulla riapertura delle scuole superiori si è espresso anche Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, che ha sottolineato come a settembre non siano state attuate tutte le misure preventive nei tempi e nelle modalità corrette: “sulla scuola sicuramente qualche sottovalutazione c’è stata, qualche ritardo c’è stato, da parte delle autorità locali, regionali e credo anche centrali”.
Parere contrario del CTS? Tutt’altro. Miozzo è favorevole a un possibile rientro in classe, sostenendo che il 9 dicembre “potrebbe essere una buona opzione a patto che ogni Istituto sia in grado di garantire la sicurezza tra i banchi. Il coordinatore ha poi aggiunto: “E’ però un rischio sicuramente inferiore di immaginare i ragazzi liberi di andare nei centri commerciali senza regole ed è un rischio che prende in considerazione la salute psicofisica dei ragazzi. Non è pensabile lasciare milioni di giovani nella didattica a distanza per un anno intero. Avremo quest’anno dei liceali che arriveranno alla maturità avendo fatto un mese di scuola in presenza, questo è inaccettabile”.
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