Referendum 2025: urne chiuse e quorum inarrivabile
Referendum 2025: affluenza al 30%, quorum non raggiunto e reazioni politiche. Le ultime notizie in diretta aggiornate
repertorio

Referendum 2025: alla chiusura delle urne il quorum sembra lontanissimo. L’affluenza si è ormai attestata intorno al 30% in tutta la penisola. Nulla di fatto, dunque: affinchè il referendum potesse considerarsi valido era necessario raggiungere almeno il quorum del 50%+1 degli aventi diritto.
La destra italiana festeggia. Salvini: “c’è una enorme sconfitta per una sinistra che non ha più idee e credibilità e che non riesce a mobilitare neanche i propri elettori”
Referendum 2025: affluenza al 30%
Il Referendum 2025 si chiude con un’affluenza parziale intorno al 30%, insufficiente per il raggiungimento del quorum. Nessuno dei cinque quesiti sottoposti al voto ha superato la soglia minima richiesta.
Tra le regioni con la partecipazione più alta si segnala la Toscana, con un’affluenza prossima al 39%, seguita dall’Emilia-Romagna con oltre il 35%. All’estremo opposto il Trentino-Alto Adige, che non ha superato il 20%.
Nessuno dei quesiti ha raggiunto il quorum
Dei cinque quesiti proposti nel referendum 2025, nessuno ha ottenuto la partecipazione necessaria per rendere valida la consultazione. Restano ancora da scrutinare alcune sezioni, ma il dato è ormai consolidato. La mancata partecipazione ha dunque invalidato l’esito, a prescindere dalla prevalenza dei “Sì” o dei “No”.
Con un’affluenza tra le più basse degli ultimi anni, torna con forza la proposta di modificare la legge sui referendum, per renderla più in linea con l’attuale scenario politico e sociale.
Reazioni della destra al fallimento del referendum 2025
Tuona forte il commento sui social del partito Fratelli d’Italia: “Avete perso. L’obiettivo era far cadere il governo, ma siete caduti voi.”
Roberto Vannacci (Lega) ha commentato: “Il Piave mormorò: il Referendum è fallito. Gli italiani hanno detto no, la cittadinanza non si regala.” Anche il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha attaccato la sinistra: “Una campagna di odio contro di me. Ho votato un solo quesito, senza il loro attacco avrei votato no a tutti.”
Il vicepremier Matteo Salvini ha definito il risultato “una sconfitta netta per la sinistra, incapace di mobilitare i suoi elettori.” Anche Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha dichiarato che “il governo esce rafforzato. Serve cambiare la legge sui referendum.”
Le altre voci politiche
Il leader di +Europa Riccardo Magi, tra i promotori del referendum, ha affermato: “Ha votato più gente di quella che legittima l’attuale governo. Serve riformare lo strumento del referendum.”
Carlo Calenda ha espresso critiche sia sul metodo che sul merito: “Trasformare il referendum in un attacco alla Meloni è stato un errore politico. È tempo di costruire un’area riformista alternativa.”
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