Ragazzo paraplegico bloccato a Capodichino: smarrita sedia a rotelle
Il ragazzo si è affidato ad un legale per quello che è accaduto. La Gesac approfondirà la vicenda
RAGAZZO PARAPLEGICO BLOCCATO CAPODICHINO – Disavventura all’aeroporto di Capodichino per un ragazzo paraplegico. Un ragazzo paraplegico resta bloccato allo scalo partenopeo perché la sedia a rotelle è rimasta nell’aeroporto di partenza.
A denunciare quanto accaduto è proprio il ragazzo vittima della disavventura tramite un video, il quale ha perso l’uso delle gambe in un grave incidente. Egli accusa la compagnia aerea del mancato arrivo della sedia. La Gesac, la società che gestisce l’Aeroporti di Capodichino, ha poi assicurato che approfondirà quanto accaduto.
Ragazzo paraplegico bloccato a Capodichino: i fatti
Il ragazzo era partito da Miami (USA) il 3 aprile scorso per arrivare a Napoli, tramite uno scalo a Istanbul, in Turchia. Quando è atterrato nello scalo partenopeo, però, arriva l’amara scoperta:
Come da normativa sulle persone con disabilità e mobilità ridotta sono stato costretto a spedire la mia carrozzina ed ad accomodarmi sui sedili del passeggero. Come frequent flyer sono abituato a vedere però la mia carrozzina restituita all’uscita dall’aereo. Ma stavolta si è toccato il fondo. La mia carrozzina non è stata neanche spedita era ferma all’aeroporto di partenza. Sono rimasto bloccato all’aeroporto di Napoli Capodichino. Immobile senza potermi muovere. Un vero incubo. Mi sono sono rivolto all’avvocato Massimiliano Alosco con Studio in Pompei che anche in quanto Presidente di un’associazione consumatori si occupa di diritti dei passeggeri. Mi ha informato dei miei diritti secondo il regolamento europeo 1107/2006 per i diritti delle persone con mobilità ridotta. Sono stati totalmente violati! Difatti, l’ulteriore scandalo è stato all’aeroporto di Capodichino.
La denuncia continua: “calpestato nei miei diritti”
Poi il giovane prosegue la denuncia:
Lo scalo napoletano non disponeva nemmeno di una sedia a rotelle sostitutiva! Come può accadere ciò? Come può uno scalo di tale fama essere sprovvisto di requisiti minimi per le persone a mobilità ridotta? Il boom di turisti di questi mesi sembra non essere stato accompagnato da una progettazione sull’accoglienza ed assistenza alle persone disabili. Anche essi viaggiatori, con i medesimi diritti. Anzi con più diritti! Sono giovane e tendo a muovermi in autonomia. Negli USA sono completamente autonomo, qui allo scalo napoletano sono stato costretto ad attendere che membri della mia famiglia mi venissero a prendere e mi portassero di peso in auto. Mi sono sentito calpestato nei miei diritti fondamentali. Con il mio avvocato Massimiliano Alosco presenteremo ricorso per vedere riconosciuti i miei diritti di passeggero e di persona con disabilità. Per me stesso e perché non accada più ad altri!
Gesac replica: “Approfondiremo la vicenda”
La Gesac, la società che gestisce gli aeroporti di Napoli e Salerno, saputo dell’accaduto, replica quanto segue:
apprende dalla stampa e si rammarica per la percezione negativa relativa all’assistenza ricevuta in arrivo all’aeroporto di Capodichino da Miami via Istanbul, lo scorso 4 aprile. Il disagio è derivato in primo luogo dalla circostanza che la carrozzina personale non era stata imbarcata sul volo in partenza. Gesac è particolarmente attenta al settore delle assistenze speciali, affidato alla società GH Napoli e supervisionato dal gestore con attività di monitoraggio e controllo continuo.
Poi aggiunge:
In particolare, a Capodichino, la regolamentazione del settore Prm (Passeggeri a ridotta mobilità), avviene attraverso l’attivo coinvolgimento della Fish onlus – Federazione italiana superamento handicap – con la quale Gesac collabora dal 2006 per rendere lo scalo sempre più inclusivo e accessibile attraverso la formazione del personale e la dotazione degli ausili per la mobilità: dai sollevatori per lo sbarco dei passeggeri alle carrozzine a disposizione degli utenti. La Gesac contatterà già in giornata il passeggero per approfondire la modalità di assistenza ricevuta e il disagio subito, al fine di mettere in campo azioni ancora più incisive per elevare la qualità del servizio, incluso la possibile internalizzazione del settore.
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